Con questa intervista ritorniamo al nostro consueto incontro con gli artisti lirici, e lo facciamo per la prima volta dopo la quarantena in forma "cartacea".
Seguiranno ancora altre interviste che nel periodo della quarantena ho raccolto e ancora altri artisti, altri grandi nomi della lirica mondiale ci racconteranno la loro carriera, ma anche il loro vissuto, le loro intime sensazioni relative all'arte del canto.
Buona lettura e buona musica sempre,
Alessandro Ceccarini, adm
- Carissimo ho letto che hai iniziato a esprimerti nel mondo della musica come strumentista. Quanto ha influito questo aspetto nella tua carriera futura di artista lirico?
Avevo già undici anni quando ho iniziato a suonare il clarinetto, per 5 anni ho suonato in orchestra come solista principale, e questa esperienza penso che mi abbia aiutato molto più tardi per cantare, perchè ho già avuto la pratica di lavorare su uno strumento a fiato, che ti aiuta di capire come funziona il diaframma!!
- Quali sono state le tue prime esperienze in teatro?
La mia prima esperienza non è stata così semplice, ho lavorato in un teatro che non aveva il Belcanto nel suo repertorio, cioè opere come la Sonnambula, I Puritani, Lucia di lammermoor ecc... quindi le mie prime esibizioni, le mie prime opere sono state La Boheme, la Traviata, Rigoletto, nessuno di questi tre ruoli era per la mia voce, poi quando sono venuto in Europa, ho smesso di cantare queste repertorio e ho cominciato a cantare puro Belcanto, ho lavorato tanti anni allo StaatsOper di Vienna dove ho debuttato nei Puritani con la grande Edita Gruberova.
- Indubbiamente Tonio ne La Fille du Regiment è uno dei tuoi dei ruoli ideali, quali ricordi hai della produzione scaligera? Il Teatro alla Scala dove sei tornato poi per interpretare Iopas ne Les Troyens di Berlioz con la direzione di Antonio Pappano..
In effetti, si, Tonio nella Figlia del reggimento è un ruolo ideale per me, non dimenticherò mai il mio debutto alla Scala nel 2007, un successo che mi ha fatto affermare in questo ruolo, e subito dopo c'è stato un altro successo nei i Puritani a Vienna. In nessun posto, comunque, mi sento così bene come alla Scala, amo così tanto quel teatro! E' sempre stato decisamente molto piacevole cantare alla Scala, anche quando ho cantato Ernesto in Don Pasquale, ovviamente è stato indimenticabile, ma per me lavorare con il Maestro Pappano alla Scala in quella stupenda opera è stata una soddisfazione immensa che difficilmente scorderò.
- Anche Arturo dei Puritani è un grande ruolo che è affine alle tue corde. Cosa ci puoi dire della tua esperienza nello studiare questo personaggio? La vocalità ardua messa in partitura da Bellini non ti spaventa, da cosa deriva questa tua sicurezza e solidità nel registro acuto? Quali sono stati i tuoi maestri?
Ho imparato i Puritani in due settimane, come ho già detto lavoravo allo StaatsOpera di Vienna, mi ricordo molto bene quando il grande direttore del Teatro di Vienna, Johan Hollender, mi disse di preparare i Puritani velocemente, perché potevano esserci problemi. Tante volte poi ho cantato Arturo, amo questo ruolo veramente dalla vocalità ardua!! Ora sono passati ormai più di 10 anni, la mia voce risuona molto bene nel registro centrale, per questo I Puritani sono diventati più interessanti, il suono è ampio, più lirico secondo me, sono adesso un lirico leggero e mi posso permettere infatti di cantare anche Rodolfo nella Boheme (ora si!). Sono molto prudente e fino ad ora non volevo cantare Boheme. E' vero, per dirti, già mi sento meglio nei ruoli come il Duca di Mantova nel Rigoletto, più svettanti, ma quando ho potuto cantare Roldolfo un anno fa per me è stata una bella conquista di cui sono molto felice.
- Hai veramente coperto nella tua carriera già un vasto numero di ruoli, un repertorio impegnativo, che vede la presenza di titoli dalle opere del '700 fino al Der Rosenkavalier di Strauss, qual è secondo te il ruolo in cui ti identifichi di più? Se non lo hai già interpretato, quale è il ruolo che ameresti debuttare?
Innanzi tutto ti dico che scegliere i ruoli giusti per la propria voce è una questione fondamentale per la nostra professione. Ho sempre voluto cantare il Werther di Massenet, la mia voce ora mi ha dato la possibilità di interpretare questo ruolo tre anni fa al Teatro Massimo di Palermo. Debuttare questo amato ruolo per me è stata una grandissima esperienza, anche se non ho avuto molto tempo per prepararmi, come sai Werther è scritto in francese, e in francese cantare non è per niente facile, Sono felicissimo che Werther è stato aggiunto al mio repertorio!! Ho avuto buoni insegnanti durante i miei giorni da giovane studente di canto, la mia prima maestra mi ha dato una Tecnica sicura, ho studiato 7 anni con lei e sempre mi diceva che la voce deve dire a te cosa cantare, non tu devi dire all voce, e anche vorrei sottolineare che sono stato molto aiutato dal famoso tenore Salvatore Fisichella che mi ha dato ottimi consigli, non ho potuto fare molte lezioni con il Maestro per la mancanza del tempo, però mi ha aiutato veramente molto per capire tante cose della vocalità, spero di poterlo incontrare di nuovo adesso in estate.
- Qual è la tua quotidianetà? Cosa ci aspetta nel prossimo futuro?
io vivo a Madrid con la mia famiglia. Abbiamo attraversato assieme con l'Italia un periodo molto difficile a causa della pandemia per il tremendo virus COVID-19, ma speriamo che tutto vada bene e che la cultura riprenderà la sua forza!!!! Ne abbiamo bisogno, il mondo ne ha bisogno!
Il tenore Mukeria in Tonio nella Figlia del Reggimento al Teatro alla Scala nel 2007
Ringrazio il tenore Mukeria per la sua gentile disponibilità. Al prossimo appuntamento,
Alessandro Ceccarini