Per due giorni, il 23 e il 24 Settembre del 2023, il Comune di Radicondoli omaggia uno dei suoi cittadini più illustri: Ernesto Becucci che diventa così il protagonista assoluto nel paese che gli ha dato i natali.
Il compositore, e trascrittore, nell ‘800 godette di grande fama in Italia, e non solo,
ma con il tempo, e con il cambiare della società, il suo ricordo è sbiadito tanto da diventare un’ombra anche tra i suoi compaesani.
Da qui l’urgenza di riscoprire questo artista che si è dedicato tanto alla didattica, ma che ha anche eseguito numerose trascrizioni d’Opera e che ha composto pagine musicali di grande raffinatezza.
L’occasione per discutere della figura di Becucci nasce dall’idea del “Circolo ACLI- Giorgio La Pira” e del suo Presidente Emilio Ottanelli, di dedicare al musicista una storia a fumetti.
Un’impresa non facile perché della sua vita si sa ben poco.
Ernesto Becucci appartiene infatti a quella numerosa schiera di musicisti eccelsi che vennero però oscurati dalle grandi figure dell’epoca.
Nasce a Radicondoli nel 1845 ed è qui che completa la prima parte della sua formazione musicale fino a diventare organista.
Ma il talento e l’esuberanza lo portano presto a lasciare il piccolo paesino.
Si trasferisce quindi a Siena e poi raggiungerà Firenze. Una città ricca di opportunità per un giovane talentuoso.
Se della sua vita si sa poco, di lui ci resta invece una grandissima produzione di Valzer, Galop, Polke, Mazurke.
Fu anche un prolifico trascrittore di Opere liriche realizzate sotto forma di capricci e fantasie. Un’operazione sostenuta fortemente dall’Editore Ricordi che sapeva bene quanto fosse importante divulgare le opere nei salotti più importanti di Firenze.
E’ stato così possibile dare vita al fumetto inquadrando la figura di Ernesto Becucci nell’ampio quadro storico dell’Italia dell’epoca.
Nasce quindi : “A ritmo di Galop – Vita di Ernesto Becucci” con il duplice scopo di ricordare il personaggio e di stimolare uno studio e una ricerca maggiore sulla sua vita e sui rapporti con altri importanti musicisti dell’epoca.
Se la prima giornata è interamente dedicata al fumetto e all’importantissima esposizione degli spartiti originali che vanno a costituire il primo nucleo dell’Archivio dedicato ad Ernesto Becucci, la seconda è tutta incentrata sulla sua musica.
A partire dalla interessantissima conferenza sui ballabili dell’800 curata dal M° Marco Mantovani, compositore e Direttore dei Cori dell’Alto Adige, che con Ernesto Becucci ha una lunga frequentazione così come spiega in modo simpatico.
- “Io ho conosciuto Becucci grazie allo spartito di “Pinocchio, avventure di un burattino”. Forse il suo pezzo più popolare. E’ un’antologia di tre movimenti per pianoforte a 4 mani dedicato ai piccolissimi pianisti. Questa la studiavo quando cominciai ad avvicinarmi alla musica. Studiando il violino ho dovuto fare tre anni di pianoforte complementare obbligatorio e quindi io mi esercitavo su questo pezzo con mio fratello che era talmente piccolino che suonava la parte melodica con la punta del naso, forse pensando proprio a Pinocchio. E’ uno spartito molto bello perché mostra tutta la perizia didattica di Becucci.”
Ma la didattica è solo uno dei molteplici aspetti di questo artista come ricorda il Direttore.
“Ernesto Becucci ha una produzione sterminata. Abbiamo oltre 300 pezzi da lui trascritti o composti. Molte volte viene fuori la finalità didattica ma altre volte si lascia prendere dall’ispirazione, si disinteressa di questo aspetto didattico e adotta una tecnica pianistica molto evoluta a testimonianza di una profonda conoscenza dello strumento. Ci vuole un pianista virtuoso per eseguire certe composizioni del Becucci. Ad esempio il notturno “Vien dal mar” mostra tutta questa complessità.
Un punto importante del discorso è la reale diffusione delle sue Opere.
“Senz’altro la diffusione era internazionale. Basti pensare che lo spartito “Vien dal mar” mi è arrivato da Buenos Aires. Una diffusione forse anche favorita dal flusso migratorio oltre che dalla popolarità di Becucci. Questo spiegherebbe la presenza in Sud America di tanta musica originale di Becucci. Un altro pezzo molto raffinato è “Tesoro mio”. Questo è uno dei brani che ho orchestrato in modo integrale perché è un pezzo che viene quasi sempre manomesso. E’ molto ampio, dura dieci minuti perché sono cinque valzer, uno dietro l’altro sul modello dei Valzer di Strauss, ossia suite di Valzer con introduzione e una coda finale che fa risentire i temi principali.
Per inquadrare la vita di Ernesto Becucci bisogna sempre avere un occhio alla Storia dell’Italia di quel periodo che non può fare a meno di aver in Verdi una sua stella polare. Ecco allora un riferimento al 1948, anno in cui Giuseppe Verdi scrisse per Mazzini l’inno “Suona la Tromba” su testo di Goffredo Mameli.
“L’inno venne stato giudicato da Mazzini insoddisfacente e cadde nel dimenticatoio. E’ stato ritrovato un esemplare solo recentemente, trenta anni fa, sepolto nella biblioteca del conservatorio di Milano. Lo spartito è scritto per coro ed accompagnamento per pianoforte. Verdi non lo ha mai orchestrato, anzi secondo me non ha scritto nemmeno lui l’accompagnamento. Con molta probabilità ha scritto solo la parte delle voci, a cappella.
Io ho provveduto ad orchestrarlo e con il “Coro dell’Alto Adige” lo abbiamo eseguito a Merano.
Ma c’è anno ben preciso sul quale il M° Mantovani si sofferma. E’ il 1865, anno in cui il Becucci si trasferisce a Firenze in cerca di opportunità.
“ Certamente segna un momento importante nella vita di Becucci ma è un anno molto importante per tutta la città di Firenze. Diventa capitale d’Italia e lo sarà per sei anni. Vittorio Emanuele con una cerimonia solenne sposta la sua residenza da Torino a Firenze, a Palazzo Pitti, e il Parlamento si trasferisce nel salone dei 500° a Palazzo vecchio. Ed è anche l’anno Dantesco, il sesto centenario della nascita. Quindi in concomitanza ci sono numerose celebrazioni per Dante. E’ proprio nel 1865 che Rossini, in dorato esilio a Parigi, mette in musica il famoso passaggio di Paolo e Francesca.”
E’ l’occasione per il pubblico di ammirare la composizione nella bellissima interpretazione del mezzo soprano Anna Bonatibus.
Dopo questo excursus storico tra i grandi compositori dell’epoca si arriva alle composizioni di Becucci orchestrate dal Maestro Mantovani ed eseguite dall’orchestra Antique estensis di Ferrara.
A cominciare dalla famosissima Polka “Che ridere” che divenne nel 1944 la sigla del primo Quiz radiofonico in Italia: “Botta e risposta.”
- “Sapevo di questa storia per cui la parte tematica si è ispirata al rimbalzo triplo del martello del fabbro sull’incudine però non avendo la sicurezza invece dell’incudine ho inserito qualche scherzetto. Innanzitutto è un brano molto brillante e poi ho fatto un uso filologico un po’ bizzarro perché ad un certo punto sentirete che c’è l’accompagnamento dei cucchiai. Sono un accorgimento che veniva usato per accompagnare le Polke nell’800 nelle feste di paese, nell’aia, in cortile. Con due cucchiai tenuti stretti e picchiati su una gamba si realizzava l’accompagnamento soprattutto della Polka. Io li ho messi in partitura e ho trovato i cucchiai professionali, quelli fissati al perno, che sono da considerarsi proprio come uno strumento musicale.
L’altro brano che ho orchestrato è il “Pardon” ed è una mazurka. Per orchestrarlo mi sono ispirato al disegno della copertina originale, cioè ho pensato ad un brano estremamente signorile.
Questa è una Mazurka estremamente sofisticata molto bella e molto elegante. Molto cantabile. Ho cercato anche nell’orchestrazione di renderla avvolgente usando molto gli archi, e l’arpa che riempie in modo molto nobile.
Sarebbe bello riproporre il ballo con i vestiti dell’epoca in una serata danzante e c’è infatti il progetto di fare qualcosa di simile.
Pezzo forte dell’ascolto è ovviamente l’orchestrazione del galop “In Tramway”.
- “E’ uno dei pezzi più belli che ho orchestrato. Anche qui ho usato un accorgimento particolare. Ho messo i sonagli in partitura che danno proprio l’idea dei cavalli che trainano. Orchestrare uno spartito per pianoforte è abbastanza complesso.
L’operazione che si fa in questi casi assomiglia al lavoro del fumetto. La versione del pianoforte diventa come un disegno completo ma in bianco e nero si tratta quindi di colorarla con l’orchestrazione. Quindi va un po’ ripensata perché la scrittura pianistica tiene conto della tecnica delle mani. Io con l’orchestra ho più possibilità di creare sfumature grazie ai vari strumenti. Posso distribuire gli accordi in modo che siano molto più pieni.”
Con la conclusione della conferenza la serata continua nella Piazza del Paese, in un clima di festa, con i canti della tradizione Toscana interpretati dalla “Nuova Pippolese” che a grande richiesta bissa “In tramway”.
Chiude la serata la Filarmonica “Ernesto Becucci” di Radicondoli diretta dal M° Franco Francardi che esegue un lungo ed interessante programma tra cui i pezzi più noti di Beccucci trascritti ed adattati per banda dal giovanissimo e promettente musicista Igor Francardi.
Spicca tra tutti la bellissima marcia funebre: Eterno pianto.
Con questa intensa due giorni si può finalmente dire che Ernesto Becucci sia ritornato al suo Paese, e stavolta, per non essere più dimenticato.
di Loredana Atzei
La copertina del fumetto disegnato da Loredana Atzei dedicato a Ernesto Becucci
Il pubblico durante la manifestazione nel centro storico di Radicondoli - foto di Enrico Coviello