Riprende vita la Lirica presso lo storico Teatro Argentina di Roma, un grande testimone della storia musicale della capitale.
I teatro ha visto infatti nella sua grande storia tantissime prestigiose prime rappresentazioni, tra cui ci piace ricodare capolavori di Jommelli (Ricimero Re de' Goti, Astianatte, Cajo Mario, Armida, Arteserse, Ifigenia in Aulide, Creso), Antigono di Gluck, Siroe, Ciro Riconosciuto e Idomeneo di Galuppi, opere di Anfossi, Gazzaniga, Guglielmi, Piccinni, Sacchini,Cimarosa, Giordani, Tritto, insomma tutta o quasi la grande scuola napoletana rappresentata, fino ad arrivare alla celeberrima prima rappresentazione del Barbiere di Siviglia di Rossini il 20 febbraio 1816 (famoso insuccesso per lo più dovuto alla fazione avversa montata da Paisiello e i suoi seguaci), ma anche l'Adelaide di Borgogna sempre di Rossini del 1817 e Otello il Moro di Venezia (nella sua seconda versione con finale differente) del 1819, opere di Giovanni Pacini, Mercadante, fino ad arrivare a due grandi opere verdiane: "I due Foscari" il 3 novembre 1844 e "La Battaglia di Legnano" il 27 gennaio 1849 (chissà come sarà stato assistere nel 1849 a Roma a un'opera come la Battaglia di Legnano... con i moti rivoluzionari che spingevano le proprio eco fino alla città di Roma, ancora saldo trono del Papa re).
Liolà di Mulè, Mala Vita di Giordano, La Nave di Pizzetti sono solo alcuni degli ultimi capolavori, dati all'epoca, nel '900, in cui era a pieno regime il nuovo Teatro Costanzi (Reale poi Teatro dell'Opera di Roma) .
Per anni ha continuato a vedere sul suo palcoscenico una programmazione sia lirica, sia sinfonica, sia di prosa.
Per alcuni, di recente, ha avuto uno stop, che a causa della pandemia ancora in atto, rischiava davvero di veder allontanato da questo prestigioso palcoscenico la musica e in particolare la Lirica.
Di seguito il comunicato stampa ufficiale della manifestazione:
"Al Teatro Argentina di Roma torna la grande stagione operistica. A firmare la prestigiosa rassegna è il Sovrintendente Gianfranco Pappalardo Fiumara, pianista catanese di fama internazionale ed ordinario di Cattedra presso il Conservatorio Scarlatti di Palermo. L’8 ed il 9 gennaio prossimi sarà messo in scena “Le destin de Carmen”, rivisitazione della celebre opera di George Bizet, prodotta dal Mythos Opera Festival con la direzione artistica di Roberto Cresca e la regia di Roberta Provenzani. “E’ già un successo riuscire ad inaugurare, malgrado il Covid, una stagione operistica come quella che si sta aprendo al Teatro Argentina, con un titolo così importante come Carmen – dichiara Gianfranco Pappalardo Fiumara - Sono onorato di seguire questo progetto operistico in collaborazione con il Mythos Opera Festival. Per me è un grande privilegio collaborare con un teatro così prestigioso. La stagione lirica al Teatro Argentina si apre con questa importante produzione della Carmen di George Bizet, in una rivisitazione curata dal tenore Roberto Cresca, che mette in luce l’episodio di femminicidio. È stato fatto davvero un lavoro encomiabile dalla produzione diretta dall'attore Massimo D'Alessio e dalla coreografa Emanuela Boni, oltreché dal direttore d'orchestra, il maestro Vincenzo Gardani, dalle scuole del territorio, dalla costumista e da tutto il personale tecnico che ringrazio davvero di cuore. Abbiamo voluto riportare la stagione operistica al Teatro Argentina, anche in questo periodo così convulso, perché questo teatro nasce con l’opera lirica. Pensiamo al Barbiere di Siviglia, che inaugurò le proprie sorti e i propri successi, proprio al teatro di Torre Argentina. Abbiamo in programma, Covid permettendo – conclude Pappalardo Fiumara - altri titoli importanti in questa stagione, tra i quali, appunto, Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini e La Traviata di Giuseppe Verdi”. Opera in quattro atti, "Carmen" è l’apice artistico del compositore francese Georges Bizet (1838-1875). Nonostante la prima rappresentazione sia stata un fiasco, tanto da spingere Bizet probabilmente al suicidio, anche se le cause della morte del compositore sono tuttora poco chiare, l’opera in breve è diventata una delle più rappresentate al mondo. La trama dell'opera si basa sulla novella omonima "Carmen" di Prosper Mérimée, sulla base della quale Ludovic Halevy e Henri Meliak, maestri del dramma, hanno creato il libretto dell'opera. Al centro della storia la bella e appassionata zingara Carmen, amante della libertà, che è in grado di cambiare il destino delle persone in un modo molto semplice, solo con una parola o uno sguardo, tanto da ricevere più volte nel libretto l’appellativo di strega. La versione qui proposta, intitolata “Le destine de Carmen” (Il destino di Carmen), è un riassunto delle parti più importanti dell’originale Carmen di Bizet, adattata in modo fedele per orchestra da camera. Questa versione, che si concentra sulla trama dei personaggi principali, sul drammatico destino della protagonista e del suo amato Josè, oltre ad essere scandita dalle forti passioni dei personaggi, metterà in luce la dicotomia “amore e morte”, portata alle estreme conseguenze.
Aggiunge a quanto detto il sovrintendente Fiumara "In questa produzione operistica è stato fatto davvero un lavoro encomiabile dalla produzione diretta dall'attore Massimo D'Alessio e dalla coreografa Emanuela Boni oltre che dalle scuole del territorio e dal direttore d'orchestra M° Vincenzo Gardani, oltre che alla costumista e a tutti il personale tecnico che ringrazio dal profondo del cuore."
(Comunicato stampa dell'Ass. Culturale Musicale Scarlatti)