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LA POESIA DI ORFEO VINCE SULLE PROVOCAZIONI
Daniela Barcellona regala una interpretazione memorabile del personaggio di Gluck
Il Verdi propone, come penultimo titolo della stagione, una nuova produzione di ‘Orfeo ed Euridice’ di Gluck per la quale è stato raccolto un cast di fuoriclasse ed alcuni giovani talenti.
Il risultato è uno spettacolo dalle tante sfaccettature, alcune positive, altre meno.
Igor Pison è un regista giuliano dalla brillante carriera internazionale.
Per il suo debutto nel massimo teatro lirico regionale , ha pensato ad un allestimento decisamente strano, con protagonisti un rocker e la sua compagna che viaggiano fra dolori e droghe, visioni allucinate e citazioni pop.
Orfeo vorrebbe morire per overdose, Euridice si impasticca, Amore gira con un palloncino a cuore un po Banksy un po’ circo.
Al di là dello stupore iniziale, ho trovato tutto ciò più provocatorio che coraggioso, non particolarmente innovativo, gratuitamente esagerato, eccessivamente forzata nella recitazione e nella gestualità.
Alla prima il pubblico ha dissentito rumorosamente dal lavoro di regista, mentre nelle recite successive sembra averlo accettato, o quantomeno silenziosamente subito.
Le scene di Nicola Reichert offrono una colorata ambientazione alla vicenda, con una scena fissa , anonima, dominata da un oculo, che a fronte di un effetto scontato sul finale, impedisce la strutturazione di una opportuna scatola acustica, che forse avrebbe facilitato la resa sonora delle voci.
I costumi di Manuela Paladin sono esagerati, eccessivi, grotteschi e pesantemente caricaturali .
Lo spettacolo prevede le danze, affidate ai solisti del corpo di ballo della Sng Opera in Balet Ljubljana, vestiti una in pigiama e calzini, l’ altro in abito di raso e panciotto. Le coreografie di Lukas Zuschlag sembrano a se’ stanti rispetto la narrazione drammaturgica complessiva, come un inciso autonomo e spigoloso all’interno di una narrazione morbida e tratteggiata.
Dal punto di vista musicale le cose vanno meglio.
Il coro, diretto da Paolo Longo, ha fornito una prova intensa, riuscendo ad essere suggestivo nonostante un abbigliamento parodistico .
L’orchestra del Verdi, in formazione ridotta, era diretta dal maestro Enrico Pagano, una fra le più promettenti bacchette italiane. Musicista raffinato ed attento, riesce a superare le asperità della partitura con eleganza, costruendo una narrazione interessante, che man mano che lo spettacolo avanza, si fa sempre più raffinata ed essenziale, in una sorta di percorso purificazione, che conduce alla scoperta dell’Amore assoluto che supera la morte.
Olga Dyadiv , penalizzata da un abito grottesco e da movente caricaturali, affronta in modo accettabile Amore, ruolo che non sembra fra i più adatti al suo strumento vocale.
Ruth Iniesta è una intensa Euridice , credibile nonostante l’incredibilità dell’aspetto .La voce è suggestiva, solida nel centro, ricca di sfumature, sicura nei passaggi.La recitazione è attenta, minuziosa nella definizione dei particolari, coinvolgente.
La prestazione di Daniela Barcellona, ha segnato il ritorno alla grande della cantante nella sua città.
Lo ha fatto con un ruolo che ha saputo fare completamente suo, che riesce a vivere con sensibilità assoluta, scavando il significato di ogni parola, di tutte la pause.
Ha saputo guardare oltre il contingente di un allestimento che sicuramente non esalta lo spessore dei personaggi, determinata a seminare passione attraverso la musica, dimostrando una professionalità assoluta, un affetto emozionante, una sensibilità che già da sola è opera d’arte.
La sua prova è stata metateatrale, con un personaggio profondamente autentico, chiamato a confortarsi con un contesto grottesco.
La Barcellona vince con il cuore e con una resa vocale magnetica, ricca di sfumature, recitativi di scultorea potenza, un lavoro minuzioso sul significato di ogni parola, modulando i gesti, le pause.
Il suo canto è struggente poesia, che si fa devastante strazio in una memorabile ‘Che farò senza Euridice?’
Alla fine applausi abbondantissimi e meritati per tutti gli interpreti, con acclamazioni per Iniesta ed un trionfo per Daniela Barcellona.
Trieste, Teatro Giuseppe Verdi, stagione d’opera e balletto 2022 23
ORFEO ED EURIDICE
Musica di Christoph Willibald Gluck
Azione teatrale per musica in tre atti di Ranieri de’ Calzabigi
Personaggi e interpreti
Orfeo DANIELA BARCELLONA
Euridice RUTH INIESTA
Amore OLGA DYADIV
Ballerini solisti del corpo di ballo della SNG Opera in Balet Ljubljana
GEORGETA CAPRAROIU/ URŠA VIDMAR
Orchestra Coro e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Maestro Concertatore e Direttore Enrico Pagano
Maestro del coro Paolo Longo
Regia Igor Pison
Scene Nicola Reichert
Costumi Manuela Paladin
Coreografie Lukas Zuschlag
NUOVO ALLESTIMENTO DELLA FONDAZIONE TEATRO LIRICO GIUSEPPE VERDI DI TRIESTE
Trieste, Teatro Giuseppe Verdi, 16 aprile 2023