Ho trovato nel mio archivio un curioso documento realizzato da Giovanni Burchielli, critico d'opera e giornalista, per l'associazione amici della Lirica di Cascina ACAM dedicato a Gino Bechi nelle sue partecipazioni operistiche a Pisa e alle stagioni in cui si è espresso.
Il documento ricorda non solo infatti le recite effettuate da Bechi ma descrive alcuni aspetti, gestionali e storici, del massimo teatro pisano e della poltica del tempo.
Ad integrazione dell'articolo ho aggiunto alcuni appunti e aggiornamenti nel testo rispetto a quello che Burchielli aveva prodotto, che si limitava per i cast a citare solo pochi riferimenti.
Buona lettura,
Alessandro Ceccarini, adm
Gino Bechi a Pisa - Cronache musicali... e non" Documento per gli Amici dell'ACAM Cascina 1989.
Anno 1938
Gino Bechi si presentò per la prima volta al pubblico del Teatro Verdi il 5 aprile 1938 in Traviata, opera del suo debutto empolese. Cantare nella stagione lirica ufficiale di Quaresima in un teatro di tutto rispetto, accanto a Mercedes Capsir (Bruno Landi, direttore d'orchestra Umberto Berrettoni - tre recite), può dare la misura dei meriti e delle possibilità dell'allora venticinquenne baritono, che a quel tempo aveva solo 2 anni di carriera.
Quella stagione fu di 4 opere e 12 rappresentazioni (la lirica è in crisi da almeno un lustro: nel 1928 solo 2 opere e 17 recite) è affidata all'impresario Ciro Ragazzini, norcino di professione e "gran piagnone" quando si trattava di pagare gli artisti. Per la stagione il Comune dà una dote di 65000 lire, altre lire 50 provenienti dall'affitto dei palchi, lire 40 dal Ministero della Cultura Popolare, lire 5 dalla Cassa di Risparmio e lire 5 da altri enti.
Il successo di Bechi è tale che l'impresario Enrico Lippi, sorretto anche degli affittuari dei palchi, chiede l'uso del teatro per tre recite (2 secondo altra fonte) di Rigoletto e il Municipio, "a giudizio insindacabile del Podestà", concede la somma di 7000 lire.
Accanto a lui in Rigoletto Mario Filippeschi, Dina Mannucci (Gilda) e Ugo Novelli (Sparafucile, pisano). Direttore d'orchestra M° Giovanni Frattini.
In effetti i palchettisti che detenevano ancora i palchi per 5 anni, lamentavano da tempo che le rappresentazioni si limitassero alla sola stagione lirica di Quaresima mentre essi pagavano al Comune una forte somma, tutto questo "nell'interesse dell'educazione del Popolo e secondando in tal modo le direttive del Governo".
Apetti della società civile. Autorità dell'epoca erano il Podestà d'Achiardi, il segretario provinciale del Fascio Severino Ceccanti, i gerarchi: Mazzoni, Ciani e Farulli. Viene inaugurato il nuovo stabilimento della Fontina (le leggi razziali hanno messo al bando i Pontecorvo).
Debutta il tenore Mario Filippeschi. Al cinema teatro Umberto Lois trissa "Di quella pira...". si danno a Pisa 30 recite d'opera di cui otto al Teatro Umberto e otto al Teatro Politeama pisano.
Anno 1941
Otello da antologia come del resto lo fu tutta la stagione, ma uniche recite operistiche date al teatro Verdi. Francesco Merli è il maggiore interprete di Otello; ottima la Jolanda Magnoni, sorella del segretario particolare del gerarca Guido Buffarini Guidi. Stagione di quattro opere che includeva la Gina Cigna e la Elena Nicolai, la Mafalda Favero e la Iva Pacetti, Galliano Masini, Giuseppe Momo e Afro Poli, Spartaco Marchi, Mario Pierotti (tre baritoni pisani); i direttori erano Antonino Votto e Gianandrea Gavazzeni.
Alla prima di Aida il Re è in teatro vestito da Primo Maresciallo dell'Impero: se ne va dopo il primo atto. La Cigna e Beval vanno a cantare in Tessitura a Pontedera alla presenza del Podestà Braccini.
Sono aumentati i contributi: lire 90.000 del Ministero, lire 30 per l'affitto dei palchi, Lire 35 del Comune.
Per il Sabato Fascista l'ingresso è di due lire e venti, la prima galleria una lira e venti, in loggione lire 0,70.
C'è l'oscuramento dalle ore 19 alle ore 7. Lavora molto il Teatro Politeama con il soprano pisano Amerighi Rutili, la Pampanini, Basiola, la Adami Corradetti, Mario Del Monaco, Lina Pagliughi, Mario Filippeschi, Amerigo Gentilini entrambi del territorio pisano.
A Pisa si danno nel complesso 27 rappresentazioni liriche.
Viene organizzata l'opera Rigoletto dal Dopolavoro Corale.
Il pianista Wilhelm Kempff suona per l'istituto di Cultura Fascista. Si dà la prima in Toscana di "Giocondo e il suo Re".
Anno 1943
Stagione di 6 opere e 15 rappresentazioni: partecipano la Favero, la Carosio (farà Rosina), la Tassinari, la Cloe Elmo, Tancredi Pasero, Del Monaco, Ziliani, Tagliavini, Vanelli.
Si danno opere solo al Teatro Verdi gli spettacoli cessano a maggio per cause belliche. 10 opere e 24 spettacoli in soli 5 mesi, la guerra costringe i grandi artisti lirici in Italia o in un ristretto spazio europeo: non è difficile averli in stagione.
Gino Bechi in Figaro nel Barbiere (2 recite) e Rigoletto (2 recite).
Anno 1945
C'è desiderio di rifarsi con l'opera dopo un anno e mezzo di chiusura: in 10 mesi si danno 20 spettacoli. Senza novità bensì con più edizioni della stessa opera. Ne ricordiamo tre di Barbiere, due di Rigoletto, due di Traviata, due di Butterfly. Tito Gobbi canta La Traviata, Rigoletto e Barbiere (lo canterà anche nel '46 al Teatro Italia insieme a Lina Pagliughi e Ferruccio Tagliavini). Il binomio Bechi-Gobbi accende di una nuova rivalità l'entusiasmo degli appassionati pisani.
Anno 1950
E' l'ultima annata densa di spettacoli lirici (in tutto 19). Accanto agli artisti dell'anteguerra (Gobbi, Pederzini, Petrella, Masini) si affermano nuovi nomi come quelli di Gianni Raimondi, Cesy Broggini, Alvino Misciano, e una certa Maria Meneghini Callas. Abbiamo ancora il Rigoletto di Gobbi e il Barbiere di Siviglia di Bechi (con Amerigo Gentilini). Si trattò di un'unica recita (secondo altra fonte le recite furono due), improvvisata, di Barbiere, di cui il cronista del telegrafo a firma P.P. "Erano proprio padroni della scena... anche troppo!"
di Giovanni Burchielli
A completamento della ricerca effettuata da Burchielli, cito altre due occasioni in cui Bechi si fece ascoltare dai pisani.
20 giugno 1939 - Concerto vocale e orchestrale - Teatro Politema - Luisa Rossi (soprano), Aldo Lamperi (tenore), Angiolo Ricciarelli (tenore), Gino Bechi (baritono), Camillo Righini (basso) - Direttori Carlo Lupetti e Bruno Pizzi
7 giugno 1943 - Concerto vocale e orchestrale - Teatro Verdi - Vera Amerighi Rutili (soprano), Rodolfo Moraro (tenore), Gino Bechi (baritono), Ugo Novelli (basso) - Direttore Bruno Pizzi
Gino Bechi in Don Carlo dall'Ernani, Teatro alla Scala - mia collezione personale
Disco 45 giri di Bechi della Voce del Padrone