Ho il piacere di presentare la mia intervista al tenore Dario Di Vietri, un artista italiano che si sta affermando in tutto il mondo. Con gioia abbiamo fatto una chiacchierata parlando dei suoi impegni, dei suoi sogni, delle sue radici.Buona lettura!Alessandro Ceccarini
Sono nato a Bari, ho studiato alConservatorio di Milano seguito dal M° Vittorio Terranova, poi allaScuola dell’Opera di Bologna. Mi sono perfezionato con VittorioTerranova, Luciano Pavarotti, Katia Ricciarelli, Jaume Aragall eBruna Baglioni. Tutt’ora mi perfeziono con Bruna Baglioni e per lospartito con i maestri Sergio La Stella e Nelson Guido Calzi.
Haavuto con lei una figura che l’ha ispirata a intraprendere lo studiodel canto lirico? Ha avvertito ilcanto come una sua esigenza ineludibile?
Ilcanto è una forza che hosempre sentito dentro di me. Mi sono avvicinato al canto grazie a miononno Angelo, con lui sin da piccolo cantavo tutte le arie principalidel melodramma scritte per tenore. Lo studio è stata una esigenzache è avvenuto dopo, prima è venuto l’entusiasmo.
Comeè cominciata la sua "avventura" col canto? I ricordi delle sueprime esperienze ?
Conil mio debutto nel ruolo di Pinkerton in Madama Butterfly nei teatridel Circuito Lirico Lombardo stagione 2009/2010.Hocontinuato poi a perfezionarmi anche interpretando ruoli piùpiccoli.Nellastagione 2012-2013 ho poi interpretato Errico Settebellezze nellaNapoli Milionaria di Nino Rota nei Teatri Toscani di Pisa, Livorno eLucca che è stato un bel trampolino di lancio per ruoli piùcomplessi.Adottobre 2013 ero Macduff nel Macbeth al Teatro Coccia di Novara esuccessivamente ho debuttato in Don Josè in Carmen sempre nei Teatridi Livorno, Lucca e Pisa e al Teatro della Fortuna di Fano.Inestate 2014 ho iniziato dopo alcune audizioni la mia avventura con laFondazione Arena di Verona per la copertura dei 5 ruoli principali ditenore Riccardo in Un Ballo in Maschera (di cui ricordo fecil’anteprima), Calaf in Turandot, Radames in Aida, Don Josè inCarmen e Pinkerton in Madama Butterfly, i due ruoli verdiani ancoranon erano stati debuttati. Il tenore di Turandot si è infortunatodurante una recita, così sono subentrato dalla scena degli enigmi,il direttore era Daniel Oren. L’esplosione di applausi e lerichieste di bis dopo il "Nessun dorma" ( ancora visibile online) sono stati una fortissima emozione. Grazie a quel successomi fu affidata l’ultima recita di Turandot in cui hopotuto confermare che la mia performance non era stata soltantodiciamo un casuale colpo di fortuna, perché il pubblico rispondevaancora con interminabili applausi.Nellastagione successiva ho cantato in Arena di Verona 10 recite di Aidadi seguito e due di Tosca. Questo è stato sicuramente un passaggiofondamentale della mia carriera.
Chericordi conserva delle produzioni e Teatri in Toscana?
Devomolto ai teatri toscani di Lucca, Livorno e Pisa perchè ho avutograzie a essi una sorta di rilancio grazie alla Napoli Milionaria esuccessivamente alla Carmen. Dalla Toscana mi sono affermato neiruoli da protagonista. Sono stato poi primo cast di Tosca al FestivalPuccini di Torre del Lago nel 2017 e l’ultima volta a Capodanno 2018mi sono esibito in un Concerto dedicato al mio amato Puccini con ariee duetti principali al Teatro del Giglio di Lucca. Il pubblico dellaToscana è nel mio cuore, l’atmosfera di lavoro in questi teatri èsempre costruttiva e familiare.
Dovel’ha condotta il suo canto? I suoi teatri preferiti?
Ho cantato in importantiFondazioni italiane ed estere. Negli ultimi anni sono statoprincipalmente fuori Italia: Spagna, Grecia, Messico, Est Europa tracui Opera Nazionale di Varsavia, Opera Nazionale di Belgrado, Operadi Tirana, Opera di Stara Zagora e Bucharest Opera Nazionale, Operadi Iasi, Federazione Russa e Stati Uniti tra cui Opera Carolina, Egitto Opera del Cairo, poil’Asia in Corea, Cina, Taiwan dove recentemente ho inaugurato ilNational Kaohsiung Center for the Arts e dove tornerò nuovamente laprossima estate nel ruolo di Calaf in Turandot. La scelta di fare il cantantelirico ci porta a cantare in tutto il mondo e adesso posso sceglieresoprattutto i luoghi dove sono amato e apprezzato.
Com’è considerato il canto italiano all’estero? E come è cambiata l’Operanel mondo?
Sicuramentel’Opera è il veicolo principale della trasmissione della linguaitaliana nel mondo. Nei tempi passati questo dava un primato agliartisti italiani, oggi con l’indebolimento economico della nostranazione e anche con la globalizzazione (che da una parte è un beneperchè si è artisti non solo italiani ma internazionali) in moltiterritori si pensa che il primato non sia più il nostro e che ilmodo di cantare non ci appartenga più. L’esempio è come nell’artedel cucinare, ormai in tutto il mondo si è in grado di cucinare unpiatto di spaghetti al pomodoro, il problema è che lo stesso piattosi adatta sempre ad un gusto locale che è diverso da quello nellanostra nazione. Ecco, mi piacerebbe che la nostra nazione desse piùspazio ai propri talenti, valorizzasse il "Made in Italy" anche acasa propria, apprezzando artisti stranieri ma senza dimenticarsi dinoi e delle nostre fatiche ad affermarci in patria e all’estero.Questo supporto sicuramente renderebbe la nostra vita artistica piùfacile.
Qualerepertorio predilige e qual’è il ruolo che più la rappresenta eperchè?
Amo cantare Puccini, Verdi eMascagni, i ruoli che ho cantato di più sono Radames, Cavaradossi,Calaf, Pinkerton e Don Jose. Lo scorso anno ha fatto molte produzionidi Carmen. Tra gli altri ruoli del mio repertorio figurano Manrico inTrovatore, Riccardo in Un Ballo in Maschera, Don Alvaro nella Forzadel Destino, Des Griuex in Manon Lescaut, Samson in Samson et Dalilae Turiddu in Cavalleria Rusticana che ho recentemente cantato alFestival di Eptapyrgion di Salonicco con l’Orchestra Sinfonica diStato di Salonicco e che a breve canterò al Teatro Petruzzelli diBari, il teatro della mia città.Il ruolo che più mi rappresenta èMario Cavaradossi nella Tosca, mi immedesimo molto in lui, innamoratodella sua donna e dei suoi ideali per i quali combatte fino alla morte.
Qualiruoli vorrebbe debuttare?
Sonoprossimo al debutto di Maurizio di Sassonia il prossimo mese di marzoal Teatro Petruzzelli di Bari e vorrei finalmente sfatare il mito diDon Alvaro in Forza del Destino che per due volte ho dovutocancellare, infatti una volta fu l’Opera di Belgrado acancellare il titolo e un’altra volta in Fondazione Arena di Veronafu cancellata la recita per sciopero. Molto si dice su questameravigliosa opera, al momento devo purtroppo associarmi alle ben note dicerie... ma aspetto anche con ansia di arrivare al debutto finalmente di questo ruolo, lo trovo davvero splendido. Peril momento comunque vorrei soffermarmi sul repertorio che sto già affrontando, per poi approdare ad altro con maggiore maturazione artistica quando il destino lo vorrà. Sono sempre pronto a nuove sfide.
Qualisono i tenori del passato che preferisce?
SicuramentePavarotti, Corelli, Giacomini, Bonisolli. Hoavuto la fortuna di conoscere e studiare con Luciano Pavarottiall’età di 16 anni, le sue parole sono indelebili nella mia mente.Anche oggi lo ascolto come guida e punto di riferimento degliobiettivi da raggiungere.
Nonostante la sua giovane età frequenta un repertorio da tenore lirico pieno con scioltezza, sono pochi i tenori che alla sua età affrontanoquesto repertorio?
Hodebuttato a 23 anni nel ruolo di Pinkerton in Madama Butterfly perOpera Lombardia, per un periodo mi sono fermato e rimesso a studiareper sentirmi io stesso sicuro del repertorio che volevo affrontare.Mi erano da subito stati offerti Manon Lescaut, Forza del Destino eAida e li avevo rifiutati. Cantare nel proprio repertorio credo nonfaccia mai male. Ricordo che sino a non molto tempo fa (15 anni forsesoltanto) c’erano tenori simili alla mia corda che cantavano le miestesse opere a 30 anni e nessuno diceva che fosse troppo presto.Basta ricordare il nostro passato per capire che non dipende dall’etàma bensì dalla preparazione tecnica, dallo studio costante dello spartito edalla natura della voce. Il danno subentra invece quando con vocalitàpiù leggera si vuole affrontare un repertorio più spinto.
Dovesta cantando attualmente e i programmi artistici per il futuro ?
Attualmentedopo 2 anni ritorno al Petruzzelli di Bari per Cavalleria Rusticanadiretto da Renato Palumbo e per la regia di Michele Mirabella.Lavorare nel Teatro della mia città è sempre emozionante e mi faimmenso piacere. Torno a Bari dopo una Tosca nel 2016 dove fuidiretto da Giampaolo Bisanti. Tra i prossimi programmi il debutto inAdriana Lecouvreur e Aida sempre al Teatro Petruzzelli di Bari, nonnascondo che dopo tanti viaggi all’estero mi riempie di gioia esserenella mia amatissima Puglia.Accantoa Bari sono già programmate due produzioni di Turandot una all’OperaGrand Rapids negli Stati Uniti ed un’altra nuovamente al NationalKaohsiung Center for the Arts - Taiwan.
Comeimmagina la sua carriera futura?
Sonoconvinto che perfezionandomi sempre e senza sovraccaricarmi potròpermettermi di raggiungere altri teatri importanti e consolidarmi làdove già ho avuto modo di cantare. Sogno di affermarmi sempre di piùe convincere anche i più scettici, mi si racconta che è stato pertutti così, il pubblico si deve abituare alla voce. Il mio sogno èpoter fare una carriera a livello nazionale ed internazionale e faròil possibile affinché questo avvenga. Rimarrò fermo ancora per unpò sul repertorio che sto affrontando fino ad arrivare a ruoli come Andrea Chenier, Canio e per finire Otello con una maggiorematurazione artistica.
Com’ècambiata secondo lei la vita del cantante oggi?
Oggipossiamo essere costantemente ascoltati sui social e sul web,possiamo interagire con il nostro pubblico e possiamo avere uncontinuo confronto con chi sta cantando o chi ha cantato. La vitaoggi, non solo del cantante, è molto frenetica, dobbiamo cercare dimantenere i nostri spazi per il riposo e per altri interessi oltre ilcanto. Questo spazio va difeso ed è sacro. E’ nostro.Inoltreoggi ognuno da giudizi su come si canta o si dovrebbe cantare, anchechi non è mai andato su un palcoscenico si sente autorizzato a sentenziare, una volta nessuno potevapermettersi di dare anche semplici indicazioni a determinati artisti.Puòcapitare a tutti qualche sera di non essere al 100%, ma io credoche principalmente si debba giudicare con la voglia di ascoltare enon con la prevenzione che non ci sarà mai più nulla di migliore rispetto al passato.Grazieall’utilizzo di internet un artista oggi può avere un confronto, euna motivazione sugli obiettivi da raggiungere. Oggi partendo da unmezzo vocale importante, ci si può concentrare nel rifinire latecnica e del repertorio, completandoli con una ricerca per unacrescita dei personaggi che si affrontano. Basterebbe solo giudicarecon cuore aperto, cioè con la volontà di far fiorire nuovitalenti.
La quotidianità per DarioDi Vietri a parte il canto?
Sicuramente miafiglia di poco più di un anno, la mia famiglia, il mare, i viaggi ela voce di Pavarotti che è sempre con me.
Ph credits:Un Ballo in Maschera Opera di Bucarest - credits Paul BaciutaAida Opera di Roma - credits Yasuko KageyamaTurandot Fondazione Arena di Verona - credits EnneviTurandot Teatro San Carlo di Napoli - credits Francesco Squeglia