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Con tenacia e determinazione l’Ert, ente teatrale regionale del Friuli Venezia Giulia, ha proposto delle brillanti stagioni ai numerosi teatri della rete regionale, dando prova di attenzione al territorio e, di fatto, trasformando la perifericità in un punto di forza invece che in un limite.
All’ Auditorium alla Fratta di San Daniele il ciclo di spettacoli si è concluso con il nuovo spettacolo di Veronica Pivetti: ‘Stanno sparando sulla nostra canzone’.
Uno spettacolo di grande richiamo, vista la popolarità della protagonista, ma che non ha mantenuto le aspettative , fermo restando che ci sono buone probabilità che questo disappunto sia dovuto ad un difetto di chi recensisce, che probabilmente non ha la sensibilità necessaria per cogliere la raffinatezza del testo, i riferimenti intellettualistici e tutte le caratterizzazioni eleganti che possono nobilitare un lavoro, ma sono criptiche per certe anime semplici e istruite come chi scrive.
Di fatto ‘Stanno sparando sulla nostra canzone’ lascia disorientati: tre interpreti impegnati che danno prova di talento ed un testo che lascia disorientati e che fa pensare immediatamente ad un genere teatrale musicale in voga dal diciottesimo secolo: il pastiche, una sorta di canovaccio, spesso debole drammaturgicamente, che univa, attraverso una trama esile e spesso comica, una sequenza di brani musicali famosi, tratti normalmente dai cavalli di battaglia degli interpreti, spesso grandi nomi del palcoscenico , ma sulla via del tramonto.
Alcuni di questi lavori sono entrati nel repertorio, come ‘La Prova di un’opera seria’, di Francesco Gnecco, con cui salutò le scene una fuoriclasse dei soprano come Leyla Gencer.
La trama di ‘Stanno sparando sulla nostra canzone’ è esilissima, poco coinvolgente e spesso scontata e di fatto il grosso onere del lavoro è sulle spalle dei tre interpreti, chiamati a dare sfoggio delle loro doti: la black story musicale di Giovanna Gra è la storia di tre malavitosi, Jenny, Nino e Micky, che raccontano la loro vita, con il supporto delle musiche di Alessandro Nidi.
La regia e l’ideazione scenica, di Gra&Mramor, sottolineano stereotipi ed autoreferenzialità, non chiedono a nessuno degli interpreti di giocare la carta della credibilità o dell’immedesimazione, preferendo optare per la metateatralità e giocare con le citazioni: tanto per fare qualche esempio, il richiamo all’’Opera da tre Soldi’ nell’allestimento di Strehler; a ‘Cabaret’; a ‘The Rocky Horror Picture Show’; ai film di Capra.
Ancora più ardito il gioco di incastri sul piano musicale, con intrecci persino sfrontati, come quando Ruiz mescola i Queen con una delle più celebri arie di Violetta della Traviata, oppure la Pivetti gioca, in un finale neanche tanto ad effetto, con ‘Bad’ di Michael Jackson e la versione in italiano di ‘ I will survive’ .
Personalmente non ho ben capito se le canzoni sono state inserite sulla struttura narrativa , o se , scelte tenendo conto delle possibilità degli interpreti , abbiano fornito l’ossatura per la trama, ma non mi pare questione così rilevante.
Riusciti e piacevoli i costumi di Valter Azzini, capaci di esaltare la fisicità elegante dei tre interpreti.
Cristian Ruiz è un attore con una solida esperienza di musical.
Questo lavoro, nel quale interpreta Micky Malandrino jr, il suo talento appare forse un po’ sacrificato : offre sinuose prove di danza e buon impianto vocale, ma quello che canta, , da ‘Sex Bomb’ a ‘Diamonds are girl’s best friends’, appare monocorde, con una voluta forzatura sulla ottava bassa che non mette in evidenzia l’estensione ma privilegia i suoni gutturali , che tratteggiano un personaggio grottesco, volgare, torbido.
Brian Boccuni è Nino Miseria.. Attore dalla fisicità prorompente, con torace giustamente esibito ripetutamente, si muove con movimenti atletici, sicuri e scattanti. Dimostra intonazione, misura e garbo nel canto.
Certo il testo non lo aiuta ad uscire dai clichè e la distanza fra uomo e personaggio è sicuramente una scelta registica che non gratifica lo spessore dell’interprete.
Veronica Pivetti si muove bene, conscia della sua popolarità.
Una figura elegante, qualche appropriata movenza coreografica che va a pescare nella memoria catodica collettiva.
Recita in modo distaccato, distante, quasi che la sua Jenny Talento vivesse la vita in modo distratto, guardando qualcun altro recitare le sue giornate, rinunciando sia alla chiave ironica che a quella della partecipazione emotiva.
Interpreta alcune canzoni con correttezza, altre con intensità, come nel caso del frammento di ‘Certe Notti’.
Certo, procedendo per citazioni dotte, il suo è un ‘recitar cantando’ nel quale domina la prima sulla seconda componente.
Abbiamo potuto apprezzare, dal trio dei protagonisti, la capacità notevole di reggere un’ora di spettacolo sulle spalle, intrattenendo con piacevolezza il pubblico, cui alla fine i tre interpreti hanno regalato alcuni bis musicali.
Fra questi ‘c’era un ragazzo che come me’ di Morandi, cantato a cappella e con controcanti suggestivi, si è rivelato il momento di maggior coinvolgimento della serata, non solo per il battimano ritmico, ma per il bel lavoro sui toni e sul peso del testo.
Plauso quindi al programmato ‘fuori programma’, che ha ancora di più sottolineato la distanza fra potenzialità e risultato.
Alla fine applausi ai tre interpreti a premiare soprattutto la popolarità della protagonista.
Auditorium Alla Fratta, San Daniele del Friuli , 10 marzo 2023
a.ArtistiAssociati in collaborazione con Pigra
presenta
STANNO SPARANDO SULLA NOSTRA CANZONE
una black story musicale di Giovanna Gra
musiche Alessandro Nidi
ideazione scenica e regia Gra&Mramor
con Veronica Pivetti , Cristian Ruiz e Brian Boccuni
aiuto regia Alessandro Marverti
arrangiamenti musicali Alessandro Nidi, Elio Baldi Cantù
luci Eva Bruno
fonica Andrea Mazzucco
costumi Valter Azzini
foto di Renzo Daneluzzi
di Gianluca Macovez