Il cuore racconterà questo viaggio che ho compiuto visitando il Museo della Fondazione Franco Zeffirelli, perchè già salendo la grande scalinata che conduce al primo piano del bellissimo palazzo di Piazza San Firenze sede dell'istituzione ho provato una forte emozione.
Rivedere davanti tanti fotogrammi di vita, immagini direi che mi erano familiari, una dopo l'altra, come episodi di esperienza vissuta, concepiti dal genio artistico di Franco Zeffirelli, non poteva che suscitare in me una suggestione unica.
Accompagnato dall'amico Alberto Paloscia, una sorta di moderno Virgilio che ha condiviso nella mia prima visita i passi, ho potuto visitare le numerose sale tematiche che compongono un racconto direi totale della vita artistica di Zeffirelli.
Dallo scalone si accede a un largo corridoio che contiene una ricca bacheca di premi e riconoscimenti consegnati al maestro e dei bellissimi bozzetti e figurini di Danilo Donati della versione italiana di "Molto rumore per nulla" realizzati nelgli anni '60.
Proseguendo si raggiunge la Sala 1 dedicata a Luchino Visconti, con il quale il maestro avviò una stretta collaborazione personale. Tra gli oggetti e le foto esposte spiccano in particolare i bozzetti di "Rosalinda o Come vi piace" del 1948 con le scene di Salvador Dalì dove Zeffirelli ricopriva il ruolo di direttore dell'allestimento.
Una voce ben nota ci accoglie nella Sala 2: è la sala dedicata a Maria Callas.
Figurano nella Sala le bellissime foto di Maria in Tosca al Covent Garden nel 1964, della Norma dell'Opera di Parigi sempre del '64 e di Palermo, La Traviata di Dallas e soprattutto "Il Turco in Italia" della Scala del 1955 con la presenza emozionante del costume di Fiorilla indossato da lei durante la produzione, situato davanti alla foto in cui sono raffigurati il maestro Zeffirelli con la Divina.
Nella Sala 3 possiamo trovare i bozzetti delle opere realizzate in gioventù dal maestro: "La Zingara" di Rinaldo Di Capua (Siena 1950), "L'Italiana in Algeri" con Giuletta Simionato (Teatro alla Scala 1953), "L'Elisir d'Amore" con Di Stefano, Carteri, Panerai (Teatro alla Scala 1955), "Lo Frate 'nnamorato" di Pergolesi (Piccola Scala 1960).
Nella Sala 4 e 5 sono esposti i bozzetti e modellini di lavori teatrali.
Nella Sala 6 figurano i bozzetti di "Cavalleria Rusticana" e "Pagliacci" (vedi foto qui sotto) di varie edizioni curate dal maestro dal 1959 al 2008 (interessantissimo poter fare raffronti tra le diverse edizioni)
La Sala 7 è dedicata all'opera di Samuel Barber "Antony and Cleopatra" che inaugurò il nuovo Teatro Metropolitan di New York nel 1966 (protagonista femminile la grande Leontyne Price).
La Sala 8 invece è dedicata al "Falstaff". Anche qui troviamo varie edizioni che vanno dal 1956 (Amsterdam) fino al 2010 (Opera di Roma); in Sala 8 il poderoso "Otello" di Verdi del Met (1972) e della Scala (1976), sempre della Scala il Don Carlo del 1992 (che vide nel ruolo del protagonista Luciano Pavarotti).
Nella Sala 10 ci accoglie la figura di Violetta de "La Traviata", declinata dal maestro numerose volte (dal 1979 al 2003), e il monumentale "Trovatore" dell'Arena di Verona del 2001 (i cui grandi armigeri campeggiano in una istallazione stabile anche nel piazzale della Stazione Ferroviaria della città scaligera).
La Sala 11 è dedicata a un'altra opera molto presente nella produzione del maestro Zeffirelli, ovvero "Aida" (si possono vedere bozzetti di un progetto non realizzato del 1998, la versione teatrale tradotta per il Teatro di Busseto del 2001 per il centenario verdiano e l'edizione della Scala del 2006.
Nella Sala 12 scorreva il Docu-film su Firenze del maestro. Particolarmente vere le scene del Calcio in Costume, con i giocatori che mentre si danno nelle resse per fare la caccia si scontrano e sembrano li presenti nella sala con noi, un vociare pieno di vita che è spettacolo, è coinvolgimento emotivo.
Coinvolgimento emotivo che però... e non ero preparato a tanto, lo ammetto, mi prende particolarmente nella stupenda Sala "Inferno".
Non si può spiegare un'allestimento così particolare senza poter vivere di persona le emozioni che suscita, perchè oltre alla musica che pervade lo spettatore, i colori delle plumbee nubi proiettate sulle volte della sala, quando verdi, quando rosse, quando gialle, che vanno da un intenso fumo colorato a un rosseggiare di sangue inquisitore, con delle immagini che prendono vita sullo schermo di fronte all'entrata della sala, che sono la trasposizione grafica dei bozzetti che il maestro realizzò per questo progetto, che purtroppo non fu mai realizzato, ma che ha visto in questa installazione un magnifico compimento.
Esco dalla sala emozionato, visitarla è una esperienza che vi consiglio con tutto il cuore.
La Sala 13 è dedicata al lavoro della scenografa e costumista Lila De Nobili, assidua collaboratrice del maestro. Seguono le sale dedicate al cinema con in particolare, per quanto riguarda la Lirica, La Traviata del 1983 (con la Stratas) e l'Otello del 1986. Segnalo anche l'adorato sublime "Fratello Sole, Sorella Luna" e il grandioso "Gesù di Nazaret", la vetrina con l'oscar e i riconoscimenti al costumista Piero Tosi, ricevuti per i film con la regia del maestro.
La Sala 19 è dedicata ad alcune produzioni operistiche (figurano foto, modellini, costumi, ecc...): "La Boheme" della Scala del 1963, "La Boheme" del Met del 1984, la "Tosca" di Roma del 2006 e la "Madama Butterfly" dell'Arena di Verona del 2004.
Chiudono l'esposizione tre Sale dedicate ad altrettante opere liriche, rispettivamente: "Turandot", "Carmen" e "Don Giovanni".
Completano lo straordinario complesso del museo il Chiostro interno, sede di istallazioni e mostre temporanee, e il bellissimo Oratorio San Filippo Neri, sede di spettacoli e concerti prestigiosi.
Questo il percorso umano e artistico di un uomo speciale, che, sebbene non sia più con noi dal 2019, certo non morirà mai nella nostra memoria e nella memoria del teatro, di cui è stato primo interprete per tutta la sua vita e ancora oggi rappresenta un modello, una vetta altissima di creatività, genialità, amore profondo per il lavoro artistico. Il suo cuore si è espresso con generosità e passione, nella quotidianità della sua vita (possiamo vedere in un angolo ricreato anche il suo salottino pieno di memorie, libri, oggetti belli, significativi... la Fiorentina, le foto degli artisti, le penne e le matite che utilizzava per tradurre il suo genio... una vera emozione che ha mille sfaccettature, e che vi esorto a vivere di persona quanto prima.
In chiusura di questo reportage ringrazio di vero cuore Pippo Zeffirelli, Presidente della Fondazione Franco Zeffirelli Onlus, per avermi concesso di registrare questo suo saluto a tutti i membri del gruppo Facebook "L'Opera Lirica dal Loggione & Musica in Opera" venerdì 10 giugno u.s. durante la mia seconda visita al Museo.
Il desiderio più grande, in linea con lo spirito che anima la nostra vocazione di servitori della musica e del teatro, sarà poter seguire le attività della Fondazione, in special modo nel 2023, anno del centenario della nascita del maestro Zeffirelli.
In ultima battuta ringrazio con tutto il cuore anche Federico per la sua straordinaria gentilezza e professionalità.
di Alessandro Ceccarini
(Si ringrazia la Fondazione Franco Zeffirelli Onlus per aver concesso l'uso delle foto presenti nell'articolo)
Modellino di "Turandot"
L'Oratorio di San Filippo Neri - Sala della Musica