Oggi vi propongo l’intervista esclusiva che mi ha concesso il tenore Alejandro Roy prossimo al debutto al Metropolitan Opera di New York in Calaf di Turandot il 31 ottobre prossimo.Una piacevole chiaccherata, con una ancora viva memoria della Fanciulla del West cantata insieme al 65° Festival Puccini di Torre del Lago.Buona lettura,Alessandro Ceccarini
Ho iniziatoabbastanza tardi a studiare musica. All’età di quattordici anni hocombinato, per quanto ho potuto, gli studi (liceo scientifico),lezioni di solfeggio e pianoforte e il lavoro con mio padrenell’azienda di famiglia per contribuire all’economia domestica ,sono stati momenti di grande sforzo ma di ricordi molto felici.Il mio primocontatto con l’opera è arrivato solo un po piu tardi, attraverso unapersona vicina alla mia famiglia, che mi a dato l’accesso a vecchieregistrazioni, ed ascoltando interpretazioni senza eguali e allostesso tempo così diversi da MiguelFleta, Renata Tebaldi, AlfredoKraus, Mario del Monaco, Kirsten Flagstad, George London,...per nominarne alcuni. Penso che questo ha avuto un’enorme influenza sullamaniera, diciamo "alla antica", di focalizzare la miavisione del canto.Ho ricevuto le primelezioni di canto a Oviedo (Spagna) dove ho incontrato mia moglie, chestava finendo gli studi di pianoforte e iniziava a cantare. Poi cisiamo trasferiti insieme a Madrid, dove abbiamo studiato con variinsegnanti e anche grandi della lirica: il soprano ÁngelesChamorro, il mezzosoprano AnaMaría Iriarte, il baritono VicenteSardinero ...Con tutti loroabbiamo imparato molto, non c’è dubbio, ma è stato l’incontro conla nostra amata insegnante FedoraBarbieri a segnare vero inizio. Con leiscopriamo l’enorme tesoro che è la tradizione del canto. Ciimmergiamo nella tecnica dell’illustre tenore e compositore deldiciottesimo secolo Manuel García. Trasferiti a Firenze per riceverele sue lezioni, ci ha ricevuto con generosità e affettostraordinari. Abbiamo parlato a lungo di tutto ciò che circonda ilmondo dell’opera e sopratutto delle loro esperienze. È statoindimenticabile e non possiamo mai ringraziarla abbastanza. A casanostra la ricordiamo con grande amore e ammirazione.
Ha iniziato lasua carriera con ruoli da tenore lirico leggero, per poi affermarsisempre più come tenore lirico pieno. Quanto studio e dedizione sonostati necessari per il conseguimento delle tante tappe importantidella sua carriera?
Il mio debutto èarrivato con Tonioin La fille du regimental Teatro de la Zarzuela di Madrid, nel 1997 con un cast di giovanicantanti. Il tenore del primo cast era il grande RockwellBlake ed è stato un piacere essere lì a cantare la stessa parte, ma sopratutto a sentirlo ed imparare diun grande maestro. Poi a dire il vero,i primi ruoli di un cantante di solito arrivano in modo imprevisto enon pianificato. Il barbiere diSiviglia, L’Elisir d’amore, La Sonnambula, Stabat Mater diRossini, tra gli altri. All’inizio non è facile pianificare unrepertorio perché le opportunità difficili e scarse che sipresentano sono imposte e in molti casi si deve correre un rischio.
Prossimamentesarà Luigi ne Il Tabarro al Tirolen Landes Theater di Innsbruck, come si trova nei panni di personaggi veristi? Come gestire la forzae la passione in essi trasfusa dai compositori?
Tecnicamente il mododi avvicinarsi ai personaggi è sempre lo stesso, la voce nondovrebbe cambiare di fronte a un repertorio di Belcanto ne di frontead uno verista. Poi ci sono alcune espressioni, alcune svolte,dettagli che fanno la differenza. In ogni caso, credo che il Verismorichieda l’uso delle redini con maggiore precisione e non esseretrascinato dalla musica appassionata o dalla scena.-Solo per citare alcune produzioni a cui ha preso parte: Nabucco alTeatro Liceu di Barcellona, Turandot al Teatro San Carlo di Napoli,Norma a Lisbona, La Traviata a Modena e allo Sferisterio di Macerata,Tosca, La Bohème e Carmen all’Arena di Verona, Tosca e La Fanciulladel West con cui ha inaugurato il 65° Festival Puccini di Torre delLago. Qual è il suocompositore preferito? Questa domanda èdifficile, non ho un compositore preferito. Forse provo più affettoper alcuni personaggi ... Andrea Chenier, Calaf, Don Carlo o Manricodel Trovatore, Canio... Anche se devo ammettere che sento semprequalcosa di speciale quando canto le opere di BELLINI . Ho cantato Lasonnambula e Norma e, veramente, hanno qualcosa che riempie lospirito.E il suo ruolopreferito? Aquesto punto devo dire che se c’è un personaggio per il quale provouna vera debolezza, questo è Otello.È un ruolo assolutamente brillante; Penso di non scoprire nulla anessuno. Ma certamente la combinazione di due grandi maestri comeGiuseppe Verdi e William Shakespeare non può portare a qualcosa dipiù impressionante.
Qualepersonaggio le piacerebbe interpretare in teatro?
Non ho davvero unagrande ansia per un ruolo specifico in questo momento. Per ora i ruoli sonoarrivati in un ordine perfetto e non mi piace materializzare ilfuturo. Quest’anno ho debuttato Radames (Aida), Sanson (Sanson etDalia) e Dick Johnson (La fanciulla del West) e penso che sianoarrivati nel momento ideale per la mia voce. Presto debutterò anche Luigi (Il tabarro)e mi trovo a mio agio nella parte. È vero che spero per Otelloche mi hanno detto così in tanti durante la mia carriera che sia idealeper me, ma lo lascio decidere alla volontà di Dio.
La Spagna hadato al mondo grandi tenori, come Miguel Fleta, Julian Gayarre,Alfredo Kraus, Placido Domingo, Jaume Aragall, Josè Carreras, comevive da spagnolo questa importante eredità? Ha un tenore a cui siispira particolarmente?
Dallamia giovinezza tutti questi grandi tenori mi hanno colpito molto, nonc’è dubbio, ma AlfredoKrausè stato un vero riferimento, e non solo per la sua voce che erameravigliosa, ma anche per la grande persona. Nelle sue interviste hamostrato una vera devozione per il suo mestiere, per l’Opera, cosache ha trasmesso a quelli di noi che ci stavamo allenando. Ed èstato un esempio, caratterizzato dall’essere un "gentiluomo"sia nella sua vita professionale che privata. Ma a parte questi nomiche cita, devo aggiungere una voce molto importante, il tenoreAntonioOrdoñez,forse quello che mi ha colpito di più a sentirlo dal vivo, e che sipuò ammirare, per esempio, accanto a MontserratCaballèin una splendida interpretazione dell’opera La Fiamma de Respighi.Tuttavia,quando parlo di quali voci di tenore mi hanno ispirato di più, devoammettere, più quelle della scuola italiana. Edessendo più preciso, dovrò confessare che Mariodel Monacoè stato più di una semplice fonte d’ispirazione. È stata un’interascuola. Altri sono stati certamente GiovanniMartinelli, Beniamino Gigli e Giacomo Lauri-Volpi.
Mi ha colpitola sua umanità e la sua grande professionalità e precisione, cosaconsidera ai giovani che iniziano la propria carriera?
Bene,precisamente, e ringraziandoti prima di tutto per le tue parole, penso cheapprofitterò di quei complimenti per dare quello che credo sia ilmiglior consiglio per il cantante che inizia: la voce è il riflesso"sonoro" dell’anima. La voce è un amplificatore di ciòche c’è dentro la persona: i virtù, i vizi...Per questo ilcantante deve mantenere una grande dose di umiltà per trovare la"verità" della sua arte. Nel canto c’è qualcosa disoprannaturale che arriva direttamente al cuore dell’ascoltatore.Lauri-Volpiha affermato che "ilcompositore è come un intermediario tra Dio e il cantante".ESant’Agostinodiceva "Chicanta, ora due volte". Che dire di più...
Come porsi nelteatro del 2019, ci sono secondo lei le prospettive "per unteatro umano"?
Mi piacerebbepensare che l’opera riacquisterà le sue radici, la sua tradizione.Penso che il modo di affrontare l’opera in questi ultimi trenta,quaranta anni non abbia avuto molto successo in generale. Avendoadottato le usanze del mondo, aprire il teatro alla moda è riuscitoa ridurre l’arte a livelli impensabili. Uno dei maggiori disastri,secondo me, è stata la rottura della trasmissione della scuola dicanto. La tecnica vocale viene a malapena insegnata come quello percui è stata inizialmente creata, le nuove generazioni non hannoinsegnanti che sanno come insegnare a usare la voce sul palcoscenicodi un teatro. Ciò riguarda anche il pubblico, che è sottoposto adascoltare qualcosa che non ha davvero a che fare con ciò che èstato inizialmente creato. Ma comunque sono ottimista e penso che cisia un risveglio in questo senso, e che potrebbe essere il momentoper una nuova generazione di recuperare la vera tradizione. Nesono sicuro.
Carissimo toi toi toi per il tuo prossimo debutto e grazie per questa intervista,Alessandro Ceccarini