Note sacre, note divine, note che esaltano l'anima romantica di uno dei compositori più affermati del Romanticismo italiano ed europeo: Vincenzo Bellini. Note che hanno viaggiato “in gioia sublime “ tra le colonne del Duomo, “culla eterna, dormiente" del Cigno di Catania“
Un Bellini riscoperto, rivisitato magistralmente dagli interpreti del concerto in occasione del primo evento “Tributo a Bellini” 2021 in occasione del centenario della sua morte: la Messa in La minore per soli, coro e orchestra che ha ottenuto un bel successo, accompagnata dalle esecuzioni emozionanti dei tre “Tantum Ergo“ dello stesso compositore trascritti dalla partitura originale da Maria Rosa De Luca. Un momento musicale brillante che ha brillato per l'esecuzione dei quattro artisti etnei accompagnati dall'Orchestra dell'Istituto Superiore di Studi Musicali “ Vincenzo Bellini “ di Catania diretta dal caro Maestro Giuseppe Romeo con l'esecuzione curata, perfetta del Coro del Teatro Massimo Bellini diretto dal Maestro Luigi Petroziello.
Un momento sacro che ha visto protagonisti quattro giovani e brilantissimi artisti, dal punto di vista vocale che dal intenso, vibrante, perfino magistrale lato interpretativo : primo fra tutti indubbiamente, in particolare sintonia musicale con la grande musica belliniana, il Tenore Riccardo Palazzo, artista già affermato e molto apprezzato in molte produzioni liriche, che ha avuto modo di perfezionarsi con il grande tenore Marcello Giordani, artista indimenticabile con il quale ha anche condiviso il palcoscenico in numerose produzioni. Dopo il suo debuto al Teatro Massimo Bellini nel 2011, grazie al “Marcello Giordani Foundation “, gli si sono schiuse le porte di prestigiosi Teatri, quali, per citarne qualcuno: il Teatro Petruzzelli di Bari, il Teatro Verdi di Pisa, il Teatro greco di Siracusa, il Teatro dell'Opera di Gozo (Malta), Teatro Regio di Torino, Teatro Greco di Taormina etc., perfezionandosi come già detto accanto a nomi leggendari del panorama lirico mondiale: il suddetto Giordani, Nelly Miricioiu, Salvatore Fisichella, Gregory Kunde ed è stato diretto da grandi direttori d'orchestra come Gelmetti, Meena, Rolli, Jordi Bernacer e Carminati, Palazzo continuerà la ricerca della sua vocazione al belcanto, il canto nobile, “bello”... il Canto del tenore ottocentesco congeniale alla sua voce. Riccardo Palazzo (che presto intervisteremo nel nostro Gruppo Facebook "L'Opera Lirica dal Loggione & Musica in Opera" in diretta streaming per parlarci della sua carriera) si rivela il tenore tipico siciliano, con questa solarità dal sapore romantico , quello forte del mare e dei colori accesi della terra vulcanica, ma anche leggeri e delicati della brezza, dei profumi antichi e misteriosi, derivanti anche dalle radici greche della sua terra, un Parnaso in terra di voci uniche, appunto del Genio divino del quale lo stesso artista rivela di non poterne fare a meno.. ed è lui stesso a definire la sua voce “dono di Dio, energia allo stato puro” che porta elle emozioni, a vedere il divino, o il Dio di cui lui, Riccardo, invoca sempre prima di ogni esecuzione lirica....
E' con questo spirito che in tutta l'esecuzione Belliniana il Palazzo applica, porge alla musica il suo canto, come a un sorriso e una pace che lo stesso Bellini, tra le sue stesse note che sanno d'Eternità, scrive, e come se fosse stato li presente in soave ascolto delle sue stesse armonie.
Riccardo Palazzo è una voce che regge, con raro stile ed eleganza, precisione, un suono sorretto dal fiato e quindi dalla sicurezza dell'emissione, la raffinatezza della pronuncia precisa, corretta, confemano lo stile classico del “tenore belliniano“ quello che cantando culla mirabilmemte con il suono e le parole.
Affianca Riccardo Palazzo il talento vocale del bravissimo baritono Graziano D'Urso che riveste un ruolo predominante in questa composizione sacra giovanile del compositore catanese. Graziano D'Urso ha condotto se stesso tra le soavi note, rispettando le indicazioni del compositore, fedelmente, confermandosi come interessantissimo e validissimo giovane baritono specializzato nel bel canto, con un timbro di pregiato spessore, qualità vocale eccellente e penetrante, D'Urso non ha disatteso nemmeno nei passaggi musicali d'insieme nelle rifinitezze del canto. Si rivela, infatti, dotato di un'ottima padronanza vocale, tipica del baritono cantabile. Conferma un'ottima esibizione e si rivela assai talentuosa l'ormai già affermato Mezzosoprano Roberta Celano, con al suo attivo un ricco curriculum, tra cui la ricordiamo vincitrice del quarto Concorso internazionale “Simone Alaimo“ come "Voce Rossiniana" e definita dalla critica musicale in particolare come “artista dalla notevole estensione”. La Celano ha dato, durante lo svolgimento della trama lirica sacra, pure lei prova di belcanto. Essenzialmente incarna il canto soave, legato, amato dallo stesso compositore, una artista ispirata in perfetta armonia stilistica e belcantistica. Non è da meno il soprano Ludovica Bruno che si rivela durante l'esibizione linearmente unita e coerente allo stile, quello elegante, purissimo, a tratti sobrio e naturale. E' la stessa Ludovica Bruno a non cessare di esaltare le virtu' stilistiche del "pentagramma belliniano" tanto da potersi definire, volendo, “figlia naturale" della figura belliniana; rivela talento, brillante, rimane sempre rigorosa alla linea sublime del compositore. Un suono ricercato, una ricerca del Sublime, quello che tutti gli artisti hanno magistralmente e fedelmente rivelato in sintonia alla richiesta del compositore del “Sublime Canto”.. tutto si è manifestato in un coro di suoni, belli, il tutto è stato “un'armonia perfetta d'insieme e di talento"
Un cast perfetto, giovane e prestigioso, così vocalmente adatto è raro da ascoltare, come è avvenuto infatti, per questa rara e sacra composizione giovanile del Cigno di Catania che, forse, avrà consolato durante questo momento triste, lo spirito, il pensiero, un evento che segue ai momenti più drammatici della Pandemia-Covid che ha dilaniato il cuore di molti, un bellissimo momento che, speriamo, abbia dato speranza nel futuro, in particolare anche quello dell'Arte, della Lirica, del Teatro, della stessa Musica che mai deve vedere il tramonto della sua infinita epoca.
Un “Tributo a Bellini“ cosi si intitola l'evento etneo di questo 2021 , veramente importante per la scoperta dell'Arte lirica e significativa dal punto di vista culturale, una pregevole unione di sforzi e di interventi che ha generato un “momento musicale” dai connotati storici, certamente da ricordare.
Alessandro Ceccarini e Maurizio Parisi, adm
Il tenore Riccardo Palazzo durante il concerto