Per la mia rubrica dedicata all'Opera contempranea ho deciso di farvi conoscere meglio questo interessantissimo titolo, già rappresentato in teatro più volte, tra cui anche al Teatro Verdi di Pisa, che è stato proposto nel 2017 nel Luglio Musicale Trapanese.
Un lavoro che ha coinvolto le scuole, artisti lirici e attori molto validi, che hanno donato una esecuzione struggente, intensa, atta ad esaltare le tante emozioni concepite in musica dal compositore Antonio Fortunato.
Di seguito riporto la recensione di Giuseppe Vaccaro relativa all'esecuzione, di cui trovate qui sotto anche il video e la galleria delle immagini tratte dallo spettacolo.
Una buona lettura quindi e una buona visione di questa opera indubbiamente da conoscere, oltre che da apprezzare per le sue importanti finalità.
Alessandro Ceccarini, adm
"Normalmente le opere liriche hanno per protagonisti personaggi inventati o letterari, oggi parleremo di un’opera che va contro corrente nella quale si parla di personaggi reali e di fatti ormai passati alla storia il suo titolo è: Falcone e Borsellino ovvero Il muro dei martiri.
Questa opera è stata scritta dal M° Antonio Fortunato su libretto di Gaspare Miraglia e messa in scena finora solamente due volte a Pisa e a Trapani, l’argomentazione è di forte connotazione sociale ed ha avuto grande presa sui giovani accorsi in massa alla rappresentazione e molto sensibili alla tematica messa in scena.
Il muro dei martiri rappresenta quel luogo immaginario di memoria storica dove sono scolpiti i nomi di tutte le vittime di mafia a partire dai tutori dell’ordine e a finire alle vittime innocenti cadute solo perché scomodi testimoni di accadimenti ai quali hanno assistito, lungo questo muro si assiste al dialogo fra due ipotetici genitori di questi morti che assieme alla presenza della pubblica opinione atta a rafforzare le accuse da loro mosse si confrontano con la personificazione della mafia fino a decretarne la sconfitta passando per il racconto dei due magistrati che commentano i fatti a loro accaduti. La colonna sonora di questa storia è stata ben concepita dall’autore dando il giusto colore emotivo alle azioni sceniche accompagnando in modo accorato i protagonisti sia durante il canto che durante la narrazione , la musica è viva e ben si adatta ai dialoghi ora cantati ora recitati concepiti dal librettista che esprime in una scrittura mista ora siciliana ora italiana tutti quei sentimenti che si possono provare in queste situazioni, il libretto è molto semplice e privo di eccessi linguistici e ha ottenuto il suo scopo quello di arrivare al cuore di tutti coloro che ascoltano in modo diretto e senza fronzoli. La messa in scena è molto lineare composta solo da un muro e da giochi di luci e proiezioni che servono a costruire nei vari momenti lo sfondo scenico coadiuvando i movimenti voluti dalla regista Maria Paola Viano che ha con la sua semplicità ha voluto evidenziare gli aspetti drammaturgici rappresentati. L’orchestra è stata ben guidata dal M° Elio Orciuolo che ha ben messo in rilievo i momenti salienti esaltando le melodie scritte dall’autore, ha saputo ben coadiuvare gli artisti impegnati in questa partitura complessa e impegnativa. Il ruolo della madre delle vittime di mafia è stato interpretato dal soprano Clara Polito artista esperta con una lunga carriera alle spalle fatta di successi nazionali ed internazionali, che ha saputo flettere la sua duttile voce alle sfumature richieste dalla partitura toccando nel momento della preghiera iniziale e poi in quello dell’inno alla Sicilia e nel finale dell’opera i momenti clou della sua esibizione. Il padre delle vittime di mafia era interpretato dal giovane baritono Luca Bruno ben dotato vocalmente che ha dato al suo ruolo la giusta connotazione vocale dando una chiave di lettura appropriata con un buon risultato drammaturgico curando le sfumature canore senza mai banalizzare il suo canto. La mafia era impersonata dal basso Francesco Palmieri cantante di lunga militanza ed esperienza che ha espresso con cinismo e cattiveria il ruolo da lui personificato, qualche piccola imperfezione ne ha connotato l’esibizione ma nel complesso non è evidenziabile e ben si mimetizza con il ruolo rendendolo abbastanza credibile. Edoardo Siravo incarnava Giovanni Falcone con una recitazione accorata e precisa che evidenziava nei momenti topici tutta la drammaticità dei fatti narrati era pure aiutato dal physique du role che lo rendevano simile al protagonista. Claudio Lardo interpretava Paolo Borsellino con un fare un po' sbarazzino la sua recitazione era molto partecipata e delineava anch’essa un personaggio ben calibrato e senza eccessi. Una menzione speciale va ai cori, il coro degli adulti diretto dal M° Fabio Modica che ha saputo ben interpretare la parte del popolo e dell’opinione pubblica senza mai scadere in sproporzioni o banalità con un canto misurato e pulito, ma la parte da leone l’hanno fatta i piccoli cantori guidati dal M° Roberta Caly che hanno avuto duplice veste la prima molto toccante dando voce alle piccole innocenti vittime trucidate dalla mafia impersonando alcuni di loro e prestandogli la voce con un canto toccante e commovente mettendo una grande partecipazione emotiva, la seconda come parte del popolo a festeggiare ed esultare nel trionfo che la società ha avuto sul fenomeno mafia prendendo coscienza dei propri mezzi e facendo valere i propri diritti riappropriandosi del territorio e della legalità.
Uno tributo va dato anche alla direzione dell’Ente Luglio Musicale Trapanese che ha colto al volo l’opportunità per potere rendersi testimone della legalità abbracciando questo progetto e portandolo avanti e rendendo tributo a questi martiri moderni vittime di un sistema sociale marcio."
Giuseppe Vaccaro - Trapani, 17/11/2017
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Foto di backstage degli artisti dopo la rappresentazione