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DANIELLE DE NIESE, DAL BAROCCO A BROADWAY
Soprano: Danielle de Niese
Tromba solista: Niall O’Sullivan
Direttore d’orchestra: Michael Seal
Venerdì 22 Marzo scorso è andato in scena alla Symphony Hall di Birmingham un concerto con il noto soprano Danielle de Niese, molto piacevole anche se non esente da alcune pecche nella direzione d’orchestra e nell’organizzazione generale. Il programma era articolato in due tempi, il primo dedicato alle arie d’opera e il secondo a brani tratti da musical e canzonette. Pur non al top della forma vocale a causa di un’infreddatura, de Niese ha dato un’ottima prova di sé, sfoggiando il colore sensuale e brunito che la contraddistingue e soprattutto il suo grande temperamento. L’emissione potrebbe a volte essere più fluida e c’è, in alcuni passaggi, una tendenza a scurire eccessivamente le vocali verso la ‘u’, ma la tecnica è senz’altro solida, con una buona dizione e un timbro omogeneo. Soprattutto, si apprezza la grande versatilità dell’interprete, che riesce a cambiare stile e finanche tipo di tecnica a seconda del repertorio, mostrando l’estrema perizia derivatale dall’aver fatto una carriera di primo livello sia come cantante lirica che come artista da musical. L’interpretazione è sempre intensa, coinvolgente, dirompente.
La cantante apriva il concerto con un ‘Let the Bright Seraphim’ che avrebbe potuto essere più accurato nelle agilità, e un ‘Lascia ch’io pianga’ ben cantato, nonostante la mancanza di un po' di pathos, dovuta al tempo eccessivamente stretto staccato dal direttore. Le arie successive, ‘Parto, ma tu, ben mio’ e l’ ‘Habanera’, sembrano più adatte a questa fase della vocalità del soprano americano. In particolare, del famosissimo brano di Bizet, de Niese propone un’interpretazione particolarmente intensa dando prova di una dirompente presenza scenica. Non è stata eseguita la vivaldiana ‘Agitata da due venti’ annunciata come in programma nei giorni precedenti.
La seconda parte del concerto, caratterizzata dall’esecuzione di meravigliose melodie tratte da musical e di canzoni, era però parzialmente inficiata dall’uso dei microfoni. Ciò si notava, per esempio, nelle esecuzioni de ‘La vie en Rose’ e ‘Granada’, che, per quanto ben cantate, risultavano non gradevoli per una presenza troppo pesante del microfono che storpiava il timbro naturale della voce e degli strumenti. Meglio la resa di altri brani, in cui de Niese adoperava una vocalità più da musica leggera, compatibile con l’amplificazione artificiale. Molto intense le interpretazioni di ‘You’ll Never Walk Alone’ e ‘My Funny Valentine’. Veramente affascinante l’esecuzione di ‘Summertime’, cantata con grande musicalità e una tecnica completamente jazz, cha la cantante dominava perfettamente, a ulteriore prova della sua versatilità; qui la voce del soprano galleggiava sulla melodia di Gershwin come i battelli a vapore sulle acque del grande Mississippi. Molto piacevole anche ‘Can’t Help Falling in Love’, per aggiungere quel tocco di nostalgia dei mitici anni ’60 che fa sempre piacere. Come bis veniva concessa la canzone tradizionale irlandese ‘Oh Danny boy’ in omaggio al giorno di San Patrizio trascorso recentemente.
Ottimi gli interventi del trombettista Niall O’Sullivan, che, nonostante alcuni sfasamenti con l’orchestra soprattutto nelle arie barocche all’inizio del concerto, ben si sposavano con il canto di de Niese, inserendosi nei vari brani come ‘tromba obbligata’. Ottima l’interpretazione della colonna sonora de ‘Il padrino’ di Nino Rota, eseguita con grande slancio e un sapiente uso dei colori. Tuttavia, è sembrata piuttosto discutibile la scelta di proporre l’inizio del II atto del ‘Don Pasquale’ di Donizetti con l’introduzione a ‘Cercherò lontana terra’ che poi inevitabilmente si interrompeva bruscamente senza il recitativo e l’aria del tenore. Meno positive le note sulla direzione d’orchestra di Michael Seal che si rivelava piuttosto di routine, mancando dell’estro interpretativo necessario, di cura dei dettagli e anche di disciplina, con alcuni momenti in cui l’orchestra non suonava del tutto insieme sia al proprio interno che nel rapporto con i solisti. Nonostante ciò, si apprezzava il suono pieno e solido tipico della City of Birmingham Symphony Orchestra, che accompagnava la serata. Buona, a questo proposito, l’esecuzione dell’Ouverture del ‘Barbiere di Siviglia’ rossiniano, caratterizzata da un bel suono e un notevole solo dell’oboe. Alla fine, calorosi applausi per tutti ma da parte di una Symphony Hall purtroppo semivuota.
La recensione si riferisce al concerto del 22-03-2024
Kevin De Sabbata (31-03-2024)
Programma
Let there bright Seraphim (dal ‘Samson’, di G. F. Haendel)
Lascia ch’io pianga (dal ‘Rinaldo’, di G. F. Haendel)
Ouverture dalle ‘Nozze di Figaro’ (W. A. Mozart)
‘Parto, ma tu, ben mio’ (dalla ‘Clemenza di Tito’ di W. A. Mozart)
Ouverture dal ‘Barbiere di Siviglia’ (G. Rossini)
Preludio al II Atto (dal ‘Don Pasquale’ di G. Donizetti)
‘Habanera’ (da ‘Carmen’ di C. Bizet)
INTERVALLO
‘Il Padrino’ (N. Rota)
‘La vie en rose’ (Louiguy)
‘You’ll Never Walk Alone’ ( da ‘Carousel’ di R. Rodgers)
‘My Funny Valentine’ (da ‘Babes in Arms’ di R. Rodgers)
‘Summertime’ (da ‘Porgy and Bess’ di G. Gershwin)
‘Smoke gets in your eyes’ (da ‘Roberta’ di J. Kern)
‘Can’t Help Falling in Love’ (H. Peretti, L. Creatore e G.D. Weiss)
‘Granada’ (A. Lara)
Credit photo: Jenny Bestiwick