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Il 2024 è un anno di importanti anniversari per il mondo musicale. Certamente tutti ricordiamo, fra gli altri, i centenari della morte di Giacomo Puccini, Gabriel Fauré e Ferruccio Busoni, o i centocinquant’anni dalla nascita di Arnold Schoenberg, o i cent’anni dalla nascita di Luigi Nono. Tuttavia, quest’anno cade anche l’ottantesimo compleanno di un grande compositore vivente, il gallese Sir Karl Jenkins. Nonostante il nome e il personaggio non siano forse molto conosciuti in Italia, si tratta di uno dei principali compositori del nostro tempo, autore di una serie di musiche famosissime che, anche da noi, si sentono ormai spesso sia in contesti legati alla cultura pop come pubblicità e programmi televisivi, sia in più tradizionali occasioni concertistiche. Tutti abbiamo ascoltato almeno una volta il suo brano Adiemus, che si distingue per la grandiosità dell’impianto corale e la commistione di forme classiche e atmosfere celtiche e africane, e che è stato usato come sigla d’entrata di Madre Natura nel programma televisivo “Ciao Darwin”, condotto da Paolo Bonolis su Canale 5.
Un altro famosissimo brano di Sir Karl è Palladio, ispirato al settecento veneziano, che abbiamo sentito per anni come colonna sonora della pubblicità dei diamanti De Beers.
Forse, però, la composizione più significativa del compositore gallese è la messa The Armed Man: a Mass for Peace, ispirata al tema medievale dell’Homme Armé, su cui sono costruite, fra le altre, le due omonime messe di Josquin des Prez, ed eseguita per la prima volta nel 1996, in occasione del ricollocamento della collezione dell’Armeria Reale inglese dalla Torre di Londra all’attuale sede di Leeds (Yorkshire). Il brano, dedicato inizialmente alle vittime della guerra in Kosovo, è sia una rappresentazione musicale drammaticamente evocativa ed emotivamente coinvolgente degli orrori della guerra, sia un ispirato e commovente canto per quella pace di cui abbiamo sempre più bisogno; in questo senso, il suo messaggio non cessa mai di essere attuale.
Nato a Penclawdd (parte dell’odierna Swansea, in Galles) da mamma svedese e padre gallese, Karl Jenkins si è formato all’Università di Cardiff e alla Royal Academy of Music di Londra. Dopo gli esordi come sassofonista jazz, nel 1972 ha fondato la progressive rock band Soft Machine con cui ha continuato a collaborare a vario titolo fino al 1984. Dagli anni ’80 la sua attività di compositore si è sviluppata maggiormente nell’ambito della musica sinfonica e corale, sia in forma di colonne sonore per film, spettacoli televisivi e pubblicità, che di brani concertistici e di musica colta. Jenkins è oggi fra i compositori contemporanei più eseguiti al mondo e la Regina Elisabetta lo ha per ben tre volte nominato cavaliere di diversi ordini della Corona Britannica, insignendolo dei titoli di Officer of the Order of the British Empire (OBE, nel 2005), Commander of the British Empire (CBE, nel 2010) e Knight Bachelor (nel 2015), che gli sono valsi il caratteristico appellativo di ‘Sir’.
Sir Karl Jenkins al concerto celebrativo alla Carnegie Hall, 15 Gennaio 2024. ©DCINY Production/Dan Wright Photography
La sua musica rispecchia la personalità aperta, eclettica e diretta del suo autore. Le composizioni di Sir Karl si distinguono per la commistione di generi e tradizioni musicali, dalla musica sinfonica e polifonica Europea, alle melodie celtiche e gaeliche, al jazz e al blues, fino alla musica popolare africana, asiatica e sud-americana; le forme e gli stilemi compositivi sono però solidamente classici. La scrittura musicale è semplice, lineare, accessibile, ma allo stesso tempo sapiente nell’uso degli elementi melodici ed armonici, con soluzioni compositive spesso di grande intelligenza ed efficacia espressiva. La sua è una musica che pur guardando ad un orizzonte ‘alto’ si rivolge comunque alle masse. Allo stesso modo, chi, come il sottoscritto, ha avuto la possibilità di incontrarlo di persona, ha trovato un uomo semplice, affabile, disponibile, poco incline a prosopopee intellettualistiche ed assolutamente restio ad auto-analizzarsi; se gli si chiedono spiegazioni sulla sua musica o sul perché di certe scelte compositive, lui spesso risponde, con il classico sorriso sotto i baffoni bianchi: ‘mah, mi è uscita così’.
Momento del concerto celebrativo alla Carnegie Hall, 15 Gennaio 2024. © DCINY Production/Dan Wright Photography
Le celebrazioni per l’ottantesimo compleanno di Karl Jenkins si sono ufficialmente aperte il 15 gennaio con un grande concerto alla Carnegie Hall di New York, che proponeva la sua messa The Armed Man e una scelta delle sue composizioni più note, eseguite da un coro e orchestra assemblati per l’occasione riunendo insieme varie compagini provenienti da Stati Uniti, Inghilterra e Germania sotto la bacchetta del compositore stesso e del maestro Jonathan Griffith. Il programma degli eventi del 2024 continuerà con una serie di concerti, molti dei quali diretti dal o alla presenza del compositore, in vari paesi del mondo, fra cui ricordiamo quelli del 17 Marzo (Royal Arena, Glasgow), 30 Marzo (Birmingham Symphony Hall), 7 Aprile (Capetown City Hall), 14 Aprile (Manchester Bridgewater Hall), 22 Aprile (Classic FM Live, Royal Albert Hall, Londra), 1 Maggio (Royal Festival Hall, Londra), 9 Giugno (Sidney Opera House) e 23 Novembre (Kulturforum Lüneburg, Germania).
Kevin De Sabbata
Momento del concerto celebrativo alla Carnegie Hall, 15 Gennaio 2024. © DCINY Production/Dan Wright Photography