Nel sistemare materiale del mio archivio storico mi sono imbattuto in una bella testimonianza del grande soprano Gilda Dalla Rizza, riportata sul numero unico del Teatro Verdi di Pisa dedicato alla Stagione lirica 1981, anno in cui La Rondine fu eseguita a Pisa, e che vide tra gli interpreti Gabriella Cegolea, Nazzareno Antinori, Max Rene Cosotti, Silvia Baleani, Rolando Panerai e mio padre Giancarlo Ceccarini che si alternava con lui nel ruolo di Rambaldo a Pisa e in altri teatri toscani, con la direzione del grande indimenticabile M° Massimo De Bernart.
La grande Dalla Rizza, chiamata affettuosamente da Puccini "La mi' Gildina" è stata anche la prima Suor Angelica e Lauretta al Costanzi di Roma, dopo le première al Metropolitan di New York, era molto amata dal compositore lucchese, tanto da apprezzarla anche come Minnie e Manon.
Diede vita anche ad altri ruoli di altri compositori illustri, una grande interprete di cui si dovrebbe rammentare la memoria.
Fu anche una grande Francesca, nella Francesca da Rimini di Zandonai. Una grande interprete. Grandissima.
Di seguito la sua importante testimonianza sulla Rondine. Sotto un bellissimo contributo audio, una intervista del 1974 in cui parla della sua carriera.
Alessandro Ceccarini, adm
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La nascita della Rondine della quale sono stata la fortunata testimone e prima interprete, fu lunga e faticosa.
Ebbi il privilegio di studiare la parte di Magda con il Maestro e di seguire da vicino, prima della presentazione
al pubblico dell'opera, tutte le varianti che vennero apportate alla prima partitura.
Tra l'altro Puccini fu tentato più volte di concludere l'opera con un grande finale. Se ne astenne perchè, com'ebbe
a dirmi, la Rondine è instabile: arriva e riparte per rifarsi sempre un nuovo nido, lasciando nel dolore il compagno di una stagione.
Che il personaggio sia difficile, lo dimostrano, ripeto, i lunghi mesi di studio e di preparazione che esso
richiede per essere perfezionato in ogni suo particolare.
Devo anche dire che la regia di Ginsburg, fedele interprete dei desideri pucciniani, sotto tutti gli aspetti
raffinata, contribuì non poco al successo dello spettacolo che andò in scena a Monte Carlo per la direzione del
maestro Gino Marinuzzi, il 17 marzo 1917.
Il Maestro seguiva sempre da vicino tutte le edizioni dell'opera che si facevano sia in Italia che all'estero, come
testimoniano le lettere a me indirizzate. L'11 gennaio 1918, dopo una ripresa della Rondine così mi scriveva
"...dicano quello che vogliano dire i giornali dell'opera mia, non potranno dire di Lei, cara Gilda, che bene optime".
E ancora il 18 aprile 1918, dopo la prima al Costanzi: "[...] dunque trionfo! Ne godo per voi e anche un po' per
me, perchè per <<Rondine>> ho un debole. Come vorrei che voi e Schipa la cantaste a Firenze. Sarebbe possibile?
Allora io vi preparerei alcune piccole, piccolissime modifiche [...] cercate di accontentarmi [...]. Pregovi fare i
miei complimenti a Schipa per il suo successo e il suo contributo".
E ancora il 27 luglio 1919 "[...] sto preparando la Rondine. Credo che abbozzerò qualche cosuccia per Magda e
rialzerò pure qualche tono che era un po' bassuccio; le lettera per es. Di Prunier farò un baritono tipo De Luca o
Badini. Sonzogno mi parlò della Pergola in autunno-inverno. Io vorrei Lei e potendo anche Schipa, ma penso che
sarebbe meglio dar l'opera a Pagliano, rimesso a nuovo perchè ha un'acustica buonissima, e facendo delle scene
piccole (tutte e tre) magari con un grazioso passepartout, si può ottenere quell'intimità e quella non larga
cornice che può giovare all'opera. Io ci tengo tanto a questa Rondine cantata da lei! [...].
Sempre nel '18 faceva riferimento alle modifiche da apportare alla partitura (31 agosto) "[...] lavoro alla Rondine e mi pare ben ridotta. Spero di sentirla la prima volta anche ora da voi e non credrò che gli abiti dovranno cambiarsi; non amo più le crinoline. All'ultimo atto ve ne andrete in mezzo a Prunier (baritono) e a Lisette. Ruggero* è fuori di casa".
E ancora nella speranza che l'opera venisse ripresa al Costanzi "[...] dire a Macchi che vorrei dare Rondine a Roma ma con molta cura [...] Crabbè andrebbe benone per il nuovo Prunier. Per il tenore? Voi sapete il tipo che andrebbe. Certo se ci fosse Schipa! Voi, Schipa, Crabbè terzetto ideale. Mi dispiace che quest'opera giaccia
inerte. La musica è buona, forse della migliore che ho spontaneamente scritto. Anche a Londra, dove sicuramente
ritornerete vorrei si desse Rondine".
In data 15 giugno 1923 Puccini mi scriveva da Viareggio: "[...] e non avete pensato più all'opera che tanto
divinamente avete cantato e tanto successo vi ha dato? Io insisto perchè è un vero peccato che si lasci nell'oblio
una delle più sincere musiche mie".
La scomparsa della Rondine dai cartelloni fu uno dei maggiori crucci di Puccini, profondamente attaccato a quello
che riteneva "il parto migliore" della sua produzione, tanto che a pochi mesi di distanza dalla morte, continuava a
lamentare l'oblio nel quale era caduta una delle sue opere più vive.
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Gilda Dalla Rizza
E a pensare che....
In chiusura di questo articolo mi preme anche citare alcune frasi tratte da una cartolina del 2 marzo 1917 in cui Puccini così scriveva a Riccardo Schnabl:
"La dalla [sic] Rizza? Lasciali dir - unica cosa dubbia è il vestir con eleganza e il portamento - ma si ridurrà e la vestiremo bene - d'altronde chi prendere? La Raisa è rimasta in America e non ha torto".
Evidentemente qualcuno aveva avanzato critiche sulla Dalla Rizza ma Puccini era deciso comunque che fosse la soluzione migliore al momento, e tanto se ne convinse che premiò la costanza e l'impegno della cantante, affidandole molti ruoli come sappiamo anche dopo le prime italiane del Trittico per le riprese delle sue opere. Era destino che il legame artistico nascesse e crescesse nel tempo, una situazione molto favorevole per il lavoro di Puccini e per la Dalla Rizza di dimostrare il suo valore di grande cantante.
Rosa Raisa era di certo un nome molto famoso al tempo, forse se non ci fosse stata la prima guerra mondiale chissà...
A.C., adm