Maestro grazie per questa intervista per il sito www.musicainopera.com, sono onorato di poterle rivolgere alcune domande sulla sua carriera e sulla nostra attualità che tanto ci affligge.
Maestro quali sono stati i suoi studi?
Ho avuto la fortuna di appartenere alla Scuola Romana. E' importante dire che la Scuola Romana è famosa per aver annoverato cantanti il cui vero capostipite è stato il baritono Antonio Cotogni forse mai più eguagliato e insegnante dell'altro grande romano, il grande Tenore Giacomo Lauri Volpi e di interpreti quali: Enrico Nani, Mario Basiola, Carlo Galeffi, Benvenuto Franci e tanti ancora. Da non dimenticare un'altro immenso tenore come Francesco Tamagno precursore del grande Enrico Caruso, Anche se non fu un allievo del baritono Antonio Cotogni, quest'ultimo risultò molto influente sul giovane Marconi, che lo incontrò per collaborare con lui nella prima esibizione congiunta, ne I puritani; Marconi scrisse: "Quando arrivai alla prima prova, e lo sentii cantare la sua prima battuta <<O dove fuggo io mai>> ero completamente scioccato dalla sua terrificante arte e dissi che non volevo continuare a cantare".
I suoi esordi nel mondo della Lirica?
Già alla tenera eta' di 5 anni avevo una grande propensione per il canto lirico e mi esibivo nelle feste di famiglia, notando nel mio canto una grande facilita' ed estensione. Crescendo ascoltavo sempre più i dischi, in particolare di Enrico Caruso, di Beniamino Gigli e altri grandi. All'età di 16 anni iniziai a studiare presso una maestra di canto e, contemporaneamente, studiai musica con un maestro privato. All'eta di 20 anni mi impegnai a studiare seriamente il canto lirico come autodidatta e dopo un'audizione al Teatro dell'Opera di Roma, il direttore artistico M° Vitale, mi indirizzò ad un insegnante allora noto (non faccio il nome) la cui visione della tecnica vocale, non era conforme alla mia idea. Finalmente trovai due maestri che corrispondevano alle mie aspettative del bel canto, ossia Leo Ferri, poi, finalmente, il M° Armando Piervenanzi, gia' coach di Beniamino Gigli e di Ruggero Raimondi e di altri bravi Artisti. Preparai gli spartiti con grandi Direttori d'orchestra quali Giuseppe Morelli, Antonio Ziino, Rolando Nicolosi. Debuttai nel Trovatore di Verdi al Teatro Masini di Faenza bissando la Pira. In quella stagione debuttava anche il compianto caro amico Veriano Luchetti. Da allora ho cantato vari ruoli,a Dublino nell'Aida un gala con il Presidente Eamon De Valera, riscuotendo un grande successo con critiche lusinghiere; nella stessa stagione, c'era anche il grande Tenore Flaviano Labo' che cantava Turandot. Ricordo che dopo la mia prova di Aida, con l'umilta' degna dei grandi mi disse "Ora che ti ho ascoltato mi devo andare a nascondere".....gli risposi "tu mi stai prendendo in giro, perchè sei un grandissimo cantante". Dopo un'audizione con il M° Riccardo Muti, venni scritturato per l'opera I Masnadieri. Di li iniziai a cantare in tutto il mondo.
Nel suo vasto repertorio, che vanta oltre quaranta ruoli da assoluto protagonista, quale o quali sono i ruoli che lei ama? Quale secondo lei il più complesso che ha interpretato?
I ruoli che amo sinceramente sono tutti quelli che ho avuto modo di interpretare, ma se dovessi scegliere, su tutti... Otello, Manon Lescaut, Andrea Chenier, Aida e in particolare Don Carlos che ho amato moltissimo, ruolo complesso per il carattere. Ho cercato di interpretarlo come era nella realtà storica, dopo essermi documentato, basandomi sulla versione di Schiller. Don Carlos aveva conosciuto Elisabetta non prima, ma dopo il suo arrivo a Madrid per il matrimonio con Filippo II. Aveva un carattere nervoso perchè soffriva di febbre quartana. Devo dire che questo personaggio e la musica di Verdi che, crea veramente un'atmosfera incredibile, mi ha portato ad amarlo e ad interpretarlo con gioia regalandomi tante soddisfazioni.
Maestro nella sua carriera è stato primo interprete nei teatri del mondo, avendo partner di assoluta grandezza. Ci può raccontare qualche aneddoto, ricordi di artisti che ha incontrato?
Il compianto grande soprano Ghena Dimitrova con la quale ho cantato tanti ruoli, è stata una grande collega e amica. Aveva adottato come fliglioccio mio figlio Christian e quando cantavamo Chenier al Colon di Buenos aveva suggerito di inserirlo nel II° atto dell'Andrea Chenier e nel I° atto della Tosca con il figlio del baritono Matteo Manuguerra ai rispettivi registi. Poi anche Eva Marton al suo debutto a Bruxelles nel Don Carlos nel duetto finale piangeva veramente... fu commovente.
Monserrat Caballe' nella Norma a Oviedo, alle prove se sbagliava rideva. In recita nel duetto finale teneva a lungo la nota di chiusura e di conseguenza ero costretto a seguirla. A cena mi ringraziò di fronte ai suoi fans, dicendo di averla sostenuta in un momento di défaillance. Nell'Otello a Verona, il soprano Stefka Estatieva, durante il finale del primo atto sulla frase "Venere splende" tenne la sua comoda nota, nonostante io le stringessi la mano per staccare, costringendomi a continuare anche dopo che l'orchestra aveva finito di suonare. Reagii dicendole che tali atletismi vocali non erano professionali. Sempre nell'Otello all'Arena di Verona, ricordo che il III° atto era gia' incominciato ma l'avvisatore non mi aveva chiamato.... Fu solo per un caso che sentii l'audio e corsi subito in palcoscenico, cantando "Va, volontieri obliato l'avrei"....Gabriele Floresta sudava freddo...aveva dovuto cantare le mie prime battute ed era visibilmente impaurito non avendomi visto sin dall'inizio. Che momenti!
Durante la prova dell'Otello a Tel Aviv con Zubin Mehta, arrivati all'ultimo atto, con il soprano Teresa Zylis Gara quale Desdemona, nella collutazione le lussai il pollice e Mehta mi disse: "Adesso lussale l'altro pollice, così fa simmetria!". Rimasi molto costernato.
Sicuramente nella sua prestigiosa carriera avrà incontrato anche personaggi celebri di tutto il mondo. Ci vuole parlare di qualche suo incontro speciale?
Di incontri speciali ne ho avuti molti. Ho cantato davanti al Presidente della Repubblica Irlandese Eamon De Valera nell'Aida a Dublino, mentre ad Oslo ho avuto l'onore di cantare Otello davanti a Re Olav e il figlio l'attuale Re Arald V° con la Regina Sonia. In occasione del Millenario di Liegi, ho cantato Don Carlo per la Regina Paola del Belgio. Ancora poi ho cantato Samson et Dalila per Il presidente della Corea del Sud Premio Nobel per la Pace Kim Dae Jong, Otello a Washington alla presenza del Presidente Nixon etc.
Ho letto che ha ricevuto numerose onorificenze e premi illustri, oltre che essere "Commendatore al Merito della Repubblica Italiana". Con grande piacere vorrei che ci parlasse del piacere che si prova ad essere di fatto ambasciatore all'estero della nostra cultura musicale italiana.
E' sempre motivo di grande orgoglio girare il mondo esibendosi su grandi palcoscenici ed in grandi ruoli, ottenendo successi e portando alto il vessillo del mio paese e della sua eccellenza nel campo dell'arte.
Quale futuro per l'opera? Stiamo attraversando tempi molto difficili, tuttavia cosa si sente di dire alle nuove generazioni di cantanti lirici e a coloro che organizzano e lavorano nell'ambito del teatro lirico?
Devo dire che non si deve mollare,ma guardare avanti e mirare ad una piu' efficace ripresa dell'attivita. Occorre sempre avere un atteggiamento positivo e vincente....Mai lasciarsi sopraffare dall'ansia. La paura è il peggior nemico di un artista. Capisco la situazione del momento! Per chi come me ha mosso i primi passi durante la guerra, ha conosciuto la fame di un momento storico che ha coinvolto l'umanità tutta, e successivamente si è catapultato in quello che è stato il periodo eccitante e sfavillante del boom economico, alle nuove generazioni dico : studiare, studiare, studiare e perseverare nella preparazione per migliorarsi! Sicuramente dopo la sventura di questa pandemia, gli organizzatori e tutti gli Artisti della lirica,della Danza, del teatro, torneranno attivi, piu creativi e dinamici di prima, ma con la consapevolezza del buio interiore che si prova a causa dell'inattività, e di cio' che vuol dire poter lavorare....nel nostro campo, il lavoro è vita, è la linfa che ci rende migliori e ci da forza per crescere...
Grazie maestro per averci concesso questa lunga bella intervista, siamo onorati e lieti per i ricordi che ci ha voluto trasmettere.
La ringrazio sentitamente, avremo modo di approfondire nei prossimi giorni sul gruppo alcune sue registrazioni disponibili su youtube.
A voi rimando ai prossimi articoli e interviste esclusive del nostro sito, grazie per la lettura,
Alessandro Ceccarini, adm
Dall'Archivio Storico del Teatro La Fenice - Manon Lescaut (1977) con Angeles Gulin, Il Trovatore (1980) con Raina Kabaiwanska
Il tenore Renato Francesconi in "Celeste Aida"