Stasera presso la Chiesa di San Michele Arcangelo di Serravalle Pistoiese avrà luogo il Concerto lirico e la consegna del Premio speciale "Rocca di Castruccio" al baritono Simone Piazzola, per i suoi illustri meriti artistici.
La manifestazione musicale è organizzata dall'Associazione Accademia musicale uzzanese "Puccini" in collaborazione con il Gruppo Artistico La Soffitta di Pisa e il Chianni Opera Festival.
Alle 21.15 avrà luogo il concerto che vedrà interpreti alcuni dei vincitori e finalisti del Concorso lirico internazionale "Voci In-Canto" giunto alla 6^ edizione.
Di seguito la speciale intervista che in esclusiva ci ha rilasciato il baritono Simone Piazzola, nostro caro amico e apprezzatissimo artista, con grande ammirazione e apprezzamento per la sua persona e la sua splendida voce.
Caro Simone è un piacere poterti intervistare in occasione di questo premio. La Toscana terra di grandi compositori come Puccini, Mascagni, Catalani, per non parlare per gli antichi Cherubini, Boccherini. Un nido di musica, di cui il sommo Giacomo è certo il re. Che ci puoi dire del ruolo di Marcello che stai per interpretare nuovamente alla Scala? Ho visto andrai in scena il prossimo novembre...
Esattamente, con enorme piacere mi ritroverò a cantare "La Bohème" di Giacomo Puccini su uno dei palcoscenici a cui sono particolarmente affezionato. Marcello l'ho sempre immaginato nella mia mente come un "orso con sciarpa e pennelli", una persona dall'animo buono e disponibile, a volte burbero ma con un grande cuore. Mi sono rivisto molto in lui soprattutto quando ero più giovane. Io cantante e lui pittore, entrambi con pochi soldi in tasca ma con una grande passione e aspirazione. E fondamentalmente anch'io, nonostante in alcuni momenti possa risultare poco bonario, mi sento di dire di essere un orso buono!
- Sei nella patria anche di grandi protagonisti della tua stessa corda come Bastianini, Oreste Benedetti, Titta Ruffo, Panerai e moltissimi altri. Che effetto ti fa essere nella terra dei baritoni? Quale baritono senti tra questi più affine alla tua espressività e al tuo modo di concepire il canto?
Ho sempre pensato che la Toscana fosse magnifica e il fatto che la maggior parte dei baritoni storici provengano da essa me la fa amare ancor di più! Scherzi a parte, è una terra meravigliosa e di grandi voci, baritonali e non (ad esempio lo straordinario basso Giacomo Prestia che ho l'onore di avere come maestro e il mio adorato Mario del Monaco, tenore che mi ha fatto scoprire l'opera lirica). Come stile, tra i baritoni da te citati, mi rivedo molto in Bastianini per la sua nobiltà di canto, interpretazione e per il suo elegante ed espressivo fraseggio.
- È un onore poterti conferire questo premio che nasce per onorare importanti figure artistiche della Lirica attuale. Ho letto hai già ricevuto nella tua carriera premi molto prestigiosi, ci vuoi raccontare qualche aneddoto e dire a quale o quali sei maggiormente legato?
Uno degli aneddoti che mi sovviene è legato al premio Operalia. All'epoca ero impegnato in una produzione di Traviata a Venezia e mi giunse la chiamata che mi avvisò di essere stato preso per partecipare al concorso. Partecipai consapevole che molto probabilmente cantando tra una recita e l'altra non avrei passato il turno. Feci la prima eliminatoria e ritornai a Venezia convinto di non essere passato ed invece il giorno successivo mi chiamarono dicendomi che avrei dovuto ripresentarmi per le fasi successive. Sostanzialmente il mio fu un continuo "avanti e indietro" tra le due città ma che mi permise di essere uno dei vincitori di uno dei premi a cui sono maggiormente affezionato.
- Il nostro tempo è ancora funestato dal Covid 19 e stiamo come "color che son sospesi". Vuoi inviare un tuo messaggio ai colleghi e magari dare consiglio a qualche giovane in che in questo periodo così difficile vuol intraprendere la carriera dell'artista lirico?
E' veramente un anno atipico questo è decisamente arduo da affrontare. Resto dell'idea che, nel lavoro come nella vita, sia lodevole e umano sostenersi a vicenda. E questo per me vale per i colleghi come per coloro che si dedicano e lottano per raggiungere i loro obiettivi. L'importante è non fermarsi, non demordere. Arriverà un tempo in cui sarà permesso ricostruirsi. Una cosa che in questo periodo possiamo fare è coltivare i valori, rendersi conto di chi siamo e cosa vogliamo essere per gli altri. Un artista credo debba anche essere un esempio, non solo in veste lavorativa.
- I tuoi futuri impegni dopo la Scala (Se vuoi non ne parliamo per scaramanzia)?
A dicembre sarò al Teatro Filarmonico con la mise en scène del maestro Leo Nucci de "Un ballo in maschera" di Giuseppe Verdi, diretta dal maestro Daniel Oren. Per scaramanzia, visto il periodo, il mio 2021 lo scoprirete strada facendo!
Grazie Simone per la tua consueta gentillissima disponibilità, a nome di tutto il gruppo mi sento di augurarti i nostri migliori in bocca al lupo per i tuoi prossimi impegni e ancora complimenti vivissimi per questo Premio.
Alessandro Ceccarini, adm