Solo pochi mesi fa eravamo alle prese con il lockdown determinato dalla pandemia di coronavirus, ricorderemo per sempre le serrate dei negozi, l'assenza di rumori cittadini, i nostri tanti silenzi, le nostre preoccupazioni, gli ammalati, la solitudine e il grande vuoto che ci attorniava in ogni istante. In quel grave momento la Musica ci è stata fedele compagnia.
Quanto abbiamo desiderato che tornasse a riecheggiare nei nostri bei teatri, nelle nostre sale da concerto, ci saremmo accontentati anche di un concerto estemporaneo, ci siamo cibati anche magari di concerti fatti dal balcone di casa da qualche artista lirico o da qualche strumentista, le esibizioni online, le dirette streaming... Una strana storia, un momento così drammatico che si fa fatica a pensare sia avvenuto veramente.
Era quindi impensabile rivedere e riascoltare voci e strumenti, ma direi "note", così presto, dal vivo, in un teatro.
I miracoli della musica sono infiniti, quanto la nostra musa prediletta compie nella società è un vero prodigio, lottando contro strane disposizioni valide solo per l'intrattenimento "colto" (a quanto pare) e la diffidenza, giustificata, della gente a venire ad assistere agli spettacoli per paura dei contagi. Vedere il miracolo di una sala di teatro accendersi, veder comparire sul palcoscenico gli artisti... diciamocelo: non c'eravamo più abituati.
Una grande gioia quindi è stata rivedere accesa la grande sala del massimo teatro italiano, quel Teatro alla Scala che già dopo la seconda guerra mondiale segnò nel '46, con la sua riapertura, la liberazione dalle sciagure occorse al nostro paese. Un paese che era afflitto, distrutto, suonò la sua riscossa con il grande concerto inaugurale nella nuova sala ricostruita, con la direzione di Arturo Toscanini. Dice Filippo Sacchi a proposito di quel concerto «Quella sera [Toscanini] non dirigeva soltanto per i tremila che avevano potuto pagarsi un posto in teatro: dirigeva anche per tutta la folla che occupava in quel momento le piazze vicine, davanti alle batterie degli altoparlanti»
Così è avvenuto per il baritono Simone Piazzola, per il violoncellista Mischa Maisky e la pianista Beatrice Rana: hanno fatto musica non solo per coloro che erano nella sala del Teatro alla Scala lunedi 6 luglio scorso, ma anche per tutti noi. Infatti ho percepito come un grande segnale di speranza per tutti il riprendere degli spettacoli dal vivo alla Scala, che stanno per altro proseguendo con grande successo. Mi è sembrato quasi naturale quindi chiedere all'amico Simone Piazzola di raccontarci la sua bellissima esperienza, che tra l'altro è stata segnata da imprevedibilità, in quanto è andato a sostituire all'ultimo minuto il collega baritono Luca Salsi indisposto.
- Caro Simone, ti chiedo subito come è stato tornare a cantare dopo questo periodo di lockdown?
E' stato tanto emozionante. Sentivo molto la mancanza del teatro e del pubblico.. un vero "ritorno alla vita"! Tornare sul palco e rivedere la maestosità del teatro davanti ai miei occhi e sentire gli applausi mi ha fatto veramente commuovere. Ero davvero felice.
- È successo tutto in fretta, ho appreso dai tuoi post su Facebook che è stata una cosa rocambolesca il tuo arrivo a Milano per il concerto, ci vuoi dire come hai appreso la notizia e come si è svolto quel singolare pomeriggio?
Ero appena uscito dallo studio della mia fisioterapista e mi è giunta la chiamata del mio agente Alessandro Ariosi che mi informava che avrei dovuto sostituire il collega e amico Luca Salsi, indisposto, alla Scala di Milano. Dovevo raggiungere il teatro il prima possibile dato che il preavviso è stato con solo due ore d'anticipo dalla mia entrata in scena! Con la mia ragazza e il mio caro amico Andrea Vanoni, che è stato il nostro fido pilota, ci siamo cimentati in questa piccola follia.. Ha vinto il gioco di squadra!
- Cos'hai provato nel trovarti nuovamente sul palco della Scala e quale sensazione ti ha donato il pubblico dopo il tuo primo brano? Come rispondeva la tua voce? A noi ci sembra benissimo (eheh) però vorrei che tu ci dicessi cosa hai provato. Come hai potuto studiare in questo periodo di chiusura forzata?
Non ricordavo che il teatro fosse così grande! Anche se il pubblico era in numero ridotto è stata comunque una grande gioia, un pubblico fantastico e caloroso che mi ha riempito il cuore. Avevo le lacrime agli occhi da quanto ero felice ed emozionato.
La mia voce ha funzionato come mi aspettavo anche se son comunque sempre ipercritico sulle mie esecuzioni. Ero comunque allenato, durante il lockdown ho fatto molti vocalizzi e ripassato il repertorio, ho chiesto consigli al mio maestro Giacomo Prestia e cercato ispirazione nei grandi baritoni del passato.
- Cosa hai perduto e cosa hai trovato di nuovo in questo periodo? Hai rinnovato i tuoi progetti, ne hai perduti molti o semplicemente ti sei adattato alle difficoltà e hai atteso fiducioso nuove proposte?
Ahimè ho perduto molti progetti ma fortunatamente se ne sono rinnovati altri. Sicuramente sul piano lavorativo sono in attesa di una solida ripresa. Mi spiace molto per i contratti persi e mi auguro di poterne recuperare gran parte.
- Leggiamo in continuazione di nuovi contagi all'estero, molti teatri sono chiusi e riapriranno ormai nel 2021. Vuoi esprimere un messaggio di solidarietà mi hai detto per i colleghi e i lavoratori del teatro...
Mi auguro vivamente che tutta la parte artistica del mondo possa ripartire a pieno regime. Spesso si pensa che il mondo dell'opera sia fatto solo di cantanti, coro, direttore e orchestra. Ci si dimentica di chi, come noi, mette a disposizione del teatro competenza e passione come i truccatori, i ballerini, le comparse, i macchinisti e via dicendo. Mando un grosso abbraccio a tutti coloro che son fermi e spero di poterci rivedere presto tutti insieme, felici nella nostra passione comune.. La musica.
- Nel ringraziarti posso già annunciare che ci vedremo a Verona il prossimo 25 per il bellissimo concerto dedicato a coloro che si sono prodigati più di tutti nel periodo della pandemia: il personale sanitario. Cosa canterai? Ce lo puoi anticipare? Ho visto sei in ottima compagnia!
Il 25 luglio sarà per me un piacere ritornare nella mia amata Arena con dei colleghi davvero fantastici. Canterò "Di Provenza il mar il suol" da "La Traviata" di Giuseppe Verdi, opera che mi ha accompagnato per tutta la mia carriera. Devo ringraziare la sovraintendente di Fondazione Arena Cecilia Gasdia per avermi dato l'opportunità di poter partecipare ad una serata così spettacolare.
Grazie Simone, a presto rivederci quindi! Grazie anche a voi tutti cari amici, al prossimo articolo,
Alessandro Ceccarini, adm
Programma del concerto del 6 luglio 2020 al Teatro alla Scala:
Maurice Ravel
La Valse
Jonannes Brahms
Sonata n. 1 in mi min. op. 38
per violoncello e pianoforte
Johann Sebastian Bach
Suite n. 1 in sol magg. BWV 1007
Giuseppe Verdi
Da Don Carlo
"O Carlo, ascolta"
Umberto Giordano
Da Andrea Chenier
"Nemico della patria"
Giuseppe Verdi
Da Rigoletto
"Cortigiani vil razza dannata"