Ho voluto raccogliere in questo articolo alcune delle testimonianze di artisti che giungono alla nostra redazione dopo il mio post di invito sul gruppo del Loggione a coloro che avessero ricordi legati al grande Giuseppe Giacomini. Sono molti coloro che hanno condiviso con noi memorie, emozioni, parole cariche di affetto per il grande tenore, un uomo straordinario che vogliamo ricordare per la sua grande voce e la sua grande umanità.
Ho avuto il privilegio di poterlo ascoltare dal vivo in Tosca all'Arena di Verona quando ero piccolo, ancora il ricordo della sua voce è indelebile, una emozione che riscaldava il cuore. Posso rivedermi il video, dove è presente anche mio padre che intepretava il ruolo del Sagrestano, e ogni volta ricordo quella emozione incredibile. Il suo "Recondita armonia" così imponente e libero, con la sua particolare timbrica bronzea e la voce spiegata, morbida, sembrava come un sarto che srotolava un velluto pregiato nel grande spazio areniano.
Una voce, un uomo, un esempio che vogliamo omaggiare in questa pagina di ricordi (e penso in un'altra che seguirà a breve).
Grazie per i vostri importanti contributi, buona lettura,
Alessandro Ceccarini, adm
"Di Bepi cantante, è superfluo penso parlare in questa sede della voce, dell'artista ecc.. poiché tutti sanno che la sua è stata una delle più belle voci del '900, un artista completo, ineguagliabile in tanti ruoli, non ci sono parole sufficienti per dire quanto sono state grandi molte sue interpretazioni.
Voglio invece parlare di quanto è stata bella, importante la nostra amicizia, ripensando ai lunghi periodi trascorsi insieme, io con la mia famiglia, e lui con la sua, tanto che considero Liliana sua moglie una delle mie più care amiche. Tu sai Alessandro quanto sia difficile stringere amicizia in teatro, ma noi sette ci siamo veramente voluti bene! Ed ora il mio sincero abbraccio va a lui, e al mio Mario, che forse, ritrovandosi lassù, rideranno ancora insieme delle vicende del mondo, e ci proteggeranno con il grande amore che avevano per noi. Ti ringrazio Alessandro se vorrai aggiungere a quanti ricevuti, anche il mio pensiero."
(Bruna Baglioni)
Tre foto dell'archivio personale del mezzosoprano Bruna Baglioni relative alla tournee a San Paolo del Brasile di Aida:
foto 1 - Bruna Baglioni con Giacomini sotto la grande statua dedicata al compositore Gomez
foto 2 - Tavola conviviale a cui sono seduti tra gli altri Giacomini, Bruna Baglioni e la figlia Priscilla
foto 3 - foto di scena di Giacomini in Radames
"Con Giacomini abbiamo condiviso tantissimi bei momenti, belle tournee, abbiamo cantato davvero molto insieme, tanto che avevamo costruito un rapporto fraterno.
Quando ho iniziato a cantare ho avuto modo di condividere il palcoscenico con grandi personaggi come lui, artisti di alta levatura, che mi hanno trasferito quel senso di splendore dell'epoca d'oro dell'opera. E' stata proprio una vera fortuna, un grande privilegio.
Giacomini aveva proprio un carattere amabile, nelle pause dalle prove uscivamo sempre volentieri insieme , in quattro: io, mia moglie, lui e sua moglie Liliana.
Andavamo ad esempio a visitare i luoghi storici delle città, i musei,
e in particolare ricordo a Tokio, dove siamo stati quattro o cinque mesi assieme, la visita al mercato di antiquariato, di cui condividevamo la passione.
La tematica del canto non la affronto nemmeno perchè Giacomini parla da se, la sua grandezza è chiara, viva, e rimane immortalata nelle testimonianze dirette da parte di chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo in teatro, e grazie alle registrazioni audio/video che ci ha lasciato.
Sul lato umano in tanti anni che abbiamo lavorato assieme, posso testimoniare, che mai e poi mai abbia avuto una parola negativa, un discorso tendenzioso, invidia per qualcuno, un uomo raro che se poteva aiutare i colleghi non si tirava indietro. Il suo modo così profondo e partecipe di vivere la sua professione era ammirevole, voleva sempre dare il meglio di se per accontentare il suo pubblico (che sappiamo era molto esigente un tempo), e non lo faceva per motivo di vanità ma per onestà professionale.
La sua grande riservatezza era esemplare; con Liliana sua moglie erano veramente molto legati, i figli lo adoravano, una persona molto distante da quello che solitamente si pensa di un artista tanto impegnato lavorativamente, specialmente nel mondo della Lirica.
Con lui, ripeto, c'era un rapporto fraterno; il giorno della recita ci isolavamo come giusto che sia, ma poi l'indomani ritornava ad essere quell'amico gentile e buono che tutti noi adoravamo e che rimarrà per sempre nel nostro cuore come uno degli uomini più nobili e veri che ha mai calcato un palcoscenico.
Grazie Alessandro per questa occasione di ricordare Giuseppe, è veramente una cosa onorevole a cui ho avuto molto piacere di prendere parte."
(Carlo Colombara)
Foto privata effettuata in casa del maestro Colacioppo con, tra gli altri, Giacomini, Bruna Baglioni e Carlo Colombara
"Ricordo con grandissimo affetto ed emozione le tante giornate passate insieme a Giuseppe e alla sua famiglia, i tanti bei momenti condivisi di quotidianità e la bellezza di frequentare lui e i suoi cari, ottime persone con cui sono tutt'ora legatissima.
Andavo ad ascoltare insieme a mio padre il grande Giuseppe anche durante le prove, sia all'Arena di Verona che allo Sferisterio di Macerata, anche quando cantava opere dove non partecipava mia madre, come ad esempio Tosca, Turandot o in Pagliacci. Era sempre un grande piacere, una grande emozione poterlo ascoltare.
Ricordo le tournee all'estero, tra cui l'Aida a Luxor (vedi il video sotto a questa sezione), in Brasile dove siamo andati addirittura a vedere insieme le cascate dell'Iguazù.
Siamo stati insieme mesi, i ricordi sono davvero tanti e tutti bellissimi. Una volta ero inviatata nella loro casa di montagna, sentii Giuseppe che stava studiando l'Otello: mi fermai ad ascoltarlo in religioso silenzio, mi ripetevo, stupita di tanta bellezza, quanto ero fortunata di poter assistere in prima persona a tale magnificienza.
Di sicuro Giacomini è stato il più grande tenore drammatico del '900, non ho dubbi.
Una persona semplice, integra, ma nello stesso tempo un grande artista che ci mancherà immensamente.
Grazie per questa occasione, veramente una iniziativa lodevole Alessandro. Spero che altri vorrano lasciare il loro ricordo e omaggio a un artista ineguagliabile."
(Priscilla Baglioni)
Verdi - Aida presso il Tempio di Hatshepsut - cast: Wilhelmenia Fernandez (Aida), Giuseppe Giacomini (Radames), Bruna Baglioni (Amneris), Bonaldo Giaiotti (Ramfis), Alain Fondary (Amonasro) - Cairo Opera Symphony Orchestra, Cairo Opera Choir, Cairo Opera Ballet Company, Orchestra and Choir "Città di Verona"
UN RICORDO DI CAVALLERIA RUSTICANA ROMA 2005
"Ho un unico ricordo di Giuseppe Giacomini in occasione di Cavalleria Rusticana all’Opera di Roma nel 2005, era la ripresa di un mio spettacolo dell’anno precedente che aveva avuto un interprete diverso. Giuseppe Giacomini era una star, voce d’acciaio, colore baritonale con acuti lucentissimi, beniamino del Met, insomma un pò di ansia d’ incontrare il solito divo presuntuoso ce l’avevo, di quelli che arrivano alla generale e ti dicono “io la faccio così e basta”, fregandosene dei colleghi, dei tempi del direttore e più che mai della regia, i classici da “prendi i soldi e scappa”. Mi vedo invece “il BEPI”, presente a tutte le prove, una persona di grandissima umiltà e umanità, pronto a mettersi in gioco, e ricco di intuizioni interpretative di rara sensibilità.
L’individuazione del ruolo di Turiddu è sempre stata problematica per me, non ho mai capito se doveva prevalere il guappo superficiale sciupafemmine e mammone, o una figura meno prevedibile, più tormentata, divisa fra rimorsi, arroganza, sensi di colpa, sensualità esasperata. Giacomini anche era un po’ in crisi e alla ricerca del personaggio, che pure aveva interpretato mille volte e inciso con Jessie Norman, fascinosa quanto marziana Santuzza.
Ricordo quindi come sposò completamente la tesi, non certo nuova, da me sostenuta di un personaggio molto meno “solare” (odio quest’aggettivo ma qui n’è d’uopo), più consapevole del torto che faceva alla sua “seconda scelta sentimentale”, nevrotico nelle sue frasi tranchant, un uomo che nascondeva dietro l’ostentata spacconeria la fragilità dettata dalla colpa.
A lungo nel duetto con Santuzza leggevamo le incoerenze meravigliose del dialogo fra i due, i tanti ambigui colori che si possono nascondere nei ripetuti “va, va ti ripeto” il non sapersi staccare dell’uomo dalla donna “scomunicata”, quella che non può entrare da nessuna parte - nell’osteria di Lucia, in chiesa - e che si aggira per tutta l’opera come una lupa ferita.
Per Giacomini fu un trionfo annunciato, la scena fredda di un teatro greco diroccato di Renato Guttuso, l’eccellente compagnia di canto con Ambrogio Maestri umanissimo Alfio, Viorica Cortez commovente Mamma Lucia, e il debutto clamoroso di Lucia Mazzaria come Santuzza - stupendo vedere i due artisti ciacolare fra loro in veneto sulle disavventure erotiche degli amanti siculi - aiutarono il bel successo della serata romana, e soprattutto Giacomini mi fece ricredere sul concetto di DIVO: io avevo sì una Star internazionale davanti a me, ma avevo lavorato durante le prove con Bepi, un grande artista e un grande uomo."
(Stefano Vizioli)