Uno sconfinamento, che poi è più una vera visitazione nel repertorio moderno, una commistione che unisce i gusti degli amanti della musica popolare e nello stesso tempo della classica contemporanea.
In particolare sotto al testo l'ascolto di "Barabba", che è il nuovo singolo di Marianne Li, disponibile in tutti i digital stores dal 5 giugno 2020 (etichetta CNI Compagnia Nuove Indye / distribuzione digitale CNI/Pirames International). Estratto dal HI-Qu disc, composto da quattro brani, di prossima uscita, e dal cd, anch'esso di prossima uscita, i cui pezzi, tutti del famoso compositore Sergio Rendine, saranno dedicati, ciascuno, ad una provincia della Regione Sicilia. Marianne Li, trombettista di estrazione classica, esplode con un sound giovane e a metà strada fra il lirismo, la dance e i ritmi arabi. Barabba, ambientato e dedicato alla città di Palermo, rievoca i suoni mediterranei dei mercati, la dance dell'essere giovani e spensierati, il suono lirico della parte cantabile, che fa da collante fra un tempo passato e uno proiettato al futuro. "Dopo un percorso prettamente classico/orchestrale (Prima Tromba all'Opera del Cairo, Orchestra Verdi di Milano, e altre) incontro il Maestro Sergio Rendine, come una folgorazione sulla via di Damasco. Vede in me, subito, una luce diversa, quella che con l'orchestra ha poco a che fare. Avevo attraversato un momento di grande dolore, dovuto proprio al non sentirmi adeguata fra tanti orchestrali e alla mia incapacità cronica di suonare nella massa senza dover esprimere la propria personalità, anzi annullandola al giusto servizio della compagine. È un mestiere preciso, difficile, con regole ferree. Coltivavo invece nel cuore da sempre, il sogno di fare la solista, ma si sa, i sogni non sempre si avverano. Non era facile trovare qualcuno importante, di superlativa bravura, di grande maestria, che decidesse autonomamente di cogliere ciò che ero. Poi è arrivato e per me è stato non un sogno che si realizza, ma un miracolo". Questa la dichiarazione dell’artista. Dal suo punto di vista invece il grande compositore ci spiega: “Avevo fatto musica cosiddetta “leggera” nella prima gioventù. Ora in età matura mi è tornata la voglia di “palloncini colorati”, di piccoli e leggeri Péchés de vieillesse, per dirla con Rossini, quelli che io chiamo i miei pop games, anche per ricordare ad un mondo in caduta libera e drammatica, che un giocattolo non è un computer e un sentimento non è uno spread. Una piccola canzone, oggi, può aiutarci come una sinfonia, a ritrovare valori interni che non devono essere perduti, ed esistono quelli piccoli ma preziosissimi come il piacere e la capacità di giocare ancora.”
Non si tratta di opera, ma quanto possono essere tuttavia vicine queste melodie a quelle di un compositore classico? Beh c'è un chiaro riferimento a Offenbach, ma anche l'atmosfera della musica descrittiva dei compositori slavi, In fondo tutto si rinnova e tutto attinge dal passato, in modo naturale e armonico, e la bravura del compositore sta proprio nel rendere attuale ciò che il passato ci tramanda, plasmandolo a nuova vita.
Un grazie quindi al M° Rendine per questo nuovo contributo musicale.
Alessandro Ceccarini, Adm