Vi propongo alcuni curiosi aneddoti legati alla Tosca che sicuramente vi incuriosiranno molto. Certamente come tutti gli aneddoti che si rispettino sono un po’ stati romanzati, ma certo è che nel mondo dell’opera accade proprio di tutto, e non c’è da meravigliarsi se qualcosa sembra surreale: molte volte è la pura e semplice realtà dei fatti.Alcune volte gli artisti sono stati vittima di vere e proprie beffe, magari ad opera degli stessi colleghi, oppure fatalità varie hanno fatto si che certi aneddoti vengano ricordati per sempre.Alcuni amanti dell’opera ad esempio ricordano di una Tosca che rimbalzò visibilmente sul materasso posto dietro il muraglione di Castel Sant’Angelo alla fine dell’opera dopo essersi buttata, oppure la storica confusione di parole tra "Nega!" e "Tutto!" di uno Sciarrone straniero ripreso in scena da Giuseppe Taddei con mirabile sarcasmo genovese, o anche testimonio il caso simpatico di mio padre che durante una recita all’Arena di Verona, a causa della parrucca, non si accorse delle gocce di pioggia e continuava con la sua mimica a dissimulare gli eventi ricevendo un applauso a scena aperta, prima della fuga generale della gente che si riparava dal temporale.
Tosca ha avuto, sin dall’inizio, un successo sempre crescente, per la sua capacità di vivere nell’attualità, un po’ per le tematiche trattate, un po’ per al precisione maniacale di Puccini che ha costruito un vero e proprio film la cui sceneggiatura si svolge in due giornate, dalla sera del primo giorno all’alba del secondo. Le struggenti pagine messe in musica dal grande compositore furono ammirate da grandi suoi colleghi, tra tutti Giuseppe Verdi che si narra lesse tutto tremante e pieno di commozione la pagina stupena del "E lucean le stelle" tutto un fiato, essendone rapito dai versi e dalla musica.Ma lo stesso Puccini dissacrava questa aurea di gloria, come è noto era allergico ai festeggiamenti mondani, tanto che creò questo aneddoto legato a Tosca, di cui vi faccio parte, quando cioè rispose all’impresario declinando la sua presenza al ricevimento in onore della sua opera e della sua persona con queste parole:"Io dopo le sacramentali tre recite (se non mi fischiano alla prima) mi rendo latitante nei boschi ... Là, alle beccacce, sfogherò l’ira venatoria e mi rifarò dei patemi provati in trenta o trentacinque giorni di prove. [...] Ma siete matti?! Essere a caccia dove veramente ce n’è, e dopo un successo! E’ il momento vero dell’animo tranquillo! Ne voglio profittare e mi ci tufferò. Altro che banchetti, ricevimenti, visite ufficiali!" G.P.
L’ispirazione "Tosca"Da sempre la Tosca è anche ispirazione per poeti, romanzieri, umoristi, o anche per la sceneggiatura di scene dei film, ad esempio da citare assolutamente le scene del "Vissi d’arte" e della fucilazione di Cavaradossi nel film "La donna più bella del mondo" con Gina Lollobrigida che interpreta, con la sua voce, il soprano Lina Cavalieri. Nella storia il fatto della fucilazione diventa l’occasione per uccidere il tenore da parte del direttore d’orchestra scopritore di Lina, a causa della gelosa possessività. Il fatto sappiamo è romanzato, ma nel film è giustificato dall’ossessione del direttore d’orchestra, che alla fine, preso da grande rimorso, scagionerà il principe russo Pietro interpretato da Vittorio Gassman. Altro grande film "toschiano", con Gassman questa volta nei panni di Scarpia, è La Tosca in chiave tragicomica con come protagonisti Monica Vitti e Gigi Proietti, del 1973 con la Regia di Luigi Magni. Nel cast tra gli altri anche Aldo Fabrizi, Marisa Fabbri, Umberto Orsini e Ninetto Davoli.
Rischi da stuntman
Il salto di Tosca dagli spalti di Castel Sant’Angelo, epilogo dell’opera, da sempre procura alle cantanti qualche patema d’animo. Fin dalla prima al Costanzi di Roma è tradizione provvedere ad attutire la caduta accatastando dietro la scena qualche vecchio materasso. Non di rado è successo che, nella confusione del cambio di scena tra il II e il III atto, gli attrezzisti si siano scordati di questa precauzione costringendo la protagonista a saltare sulle tavole (a meno di optare per un imprevisto "lieto fine"). Fra le interpreti di Tosca a cui è toccato saltare sul pavimento c’è Gina Cigna. Il fatto le capitò al termine di una rappresentazione al Teatro Colòn di Buenos Aires nel 1932. Ricorda l’artista "Mi si conficcarono nella carne le forcine dei capelli ed andai a ringraziare al proscenio con la fronte sporca di sangue". Mentre si inchinava tenendo per mano il tenore, l venne per un attimo il dubbio che "l’incidente" potesse essere stato ideato proprio dal compagno di scena, notoriamente geloso del suo successo. *
L’incendio spento con un bacio Maria Callas e Tito Gobbi stavano cantando Tosca al Covent Garden di Londra nel 1964. Nel corso del duetto dell’atto II, presa dalla concitazione della recita, la cantante si appoggiò con la schiena al tavolo di Scarpia, senza rendersi conto che si stava accostando troppo alle fiamme delle candele. Da un ciocca della sua parrucca cominciò a levarsi un "fil di fumo". Anticipando i tempi della seduzione previsti dalla vicenda, Gobbi abbracciò la Callas e, fingendo di immobilizzarle il capo per strapparle un bacio, provvide a soffocare le scintille con il palmo di una mano. Compreso il motivo per cui il collega stava improvvisando, la Callas seguitò a cantare e in una pausa riuscì anche a bisbigliargli: "Grazie, Tito". Concludendo Gobbi, narrando l’episodio nelle sue memorie "Questa era Maria Callas". *
L’inconfondibile timbroNel giorno in cui la Callas stava provando Tosca al Covent Garden di Londra, una elegante signora con tanto di blasone nobiliare si presentò al portiere del teatro e gli chiese di poter ammirare la cantante in scena.Le bastava una sbirciatina, disse.L’usciere ovviamente rifiutò. Cocciuta, la dama chiese di poter ascoltare almeno per un istante la voce della Divina attraverso lo spioncino alle spalle del portiere.Stavolta l’inserviente acconsentì e la dama accostò l’orecchio alla finestrella.Nessuno dei due poteva sapere che la cantante quel giorno era costretta a letto da un fastidioso raffreddore. Per rimediare all’emergenza, l’aiuto regista John Copley ne aveva preso il posto sul palcoscenico,e imitando, con un grossolano falsetto l’emissione sopranile, provava con l’orchestra i movimenti scenici del personaggio di Floria Tosca.Proprio un istante dopo che l’usciere ebbe aperto lo spioncino, Copley lasciò partire uno strillo spaventoso, da film di Alfred Hitchcock più che da opera lirica "Ahh!!" mormorò la dama estasiata volgendosi all’usciere "The unmistakable voice!" (che voce inconfondibile!), e filò a raccontare alle amiche le mirabolanti qualità vocali della Callas appena udite dal vivo. *
Simulato supplizio...mica tanto simulato!
Altro episodio storico legato alla Tosca è relativo alle recite di Cavaradossi del tenore Fabio Armiliato allo Sferisterio di Macerata nel 1995. Ecco di seguito il curioso ed esaustivo articolo che uscì su La Repubblica a testimonianza dell’accaduto.Tosca, sfortuna - bis stavolta il tenore cade "Un’ opera maledetta? No, ce ne sono già troppe, bastano e avanzano". Ma evidentemente per Fabio Armiliato, la Tosca allo sferisterio di Macerata è un’opera stregata. Domenica scorsa, un fucile caricato male a salve lo aveva ferito alle gambe e costretto ad abbandonare il palcoscenico, anche se ormai alle battute finali. E ieri sera, quando stava entrando in scena, al secondo atto, mentre il perfido barone Scarpia lo stava aspettando seduto davanti alla tavola imbandita per interrogarlo, è scivolato nel corridoio. E s’ è infortunato l’ altra gamba, quella su cui si era retto durante tutto il primo atto. Scena bloccata, qualche applauso e il direttore d’ orchestra Donato Renzetti: "Il tenore non esce, deve essere successo qualcosa. Ripetiamo daccapo con Nazareno Antinori". E lui, Armiliato, mentre esce dallo sferisterio in barella mormora: "Possibile che non riesco mai ad uscire da qui con le mie gambe?". Ce l’ aveva messa tutta, la sua voleva essere la rivincita "per quell’ applauso che domenica ci era stato rubato". E per tutta la prima parte, pur con una regia in parte cambiata per non farlo muovere troppo se l’ era cavata, meritandosi applausi scroscianti.">>
S.C. - Macerata, 05-08-1995
* = dal libretto di accompagnamento alla Tosca, Serie "L’Opera lirica"