E’ una serata caldissima, una delle tante di questa torrida estate, ma fortunatamente si alza pietoso un filo di vento a rinfrescare l’aria e a concedere un po’ di refrigerio nel giardino di Villa Paolina.
L’occasione è una di quelle che non si possono perdere.
Viareggio ricorda Percy B. Shelley in occasione del bicentenario della sua morte e lo omaggia con un recital pieno di suggestioni e rimandi musicali e letterari, in un programma che è allo stesso tempo intrigante, piacevole e sorprendente.
Un programma avventuroso come del resto è la vita di questo Poeta romantico che predica l’ateismo e l’amore libero e che muore giovanissimo nel naufragio della sua goletta .
L’Abbraccio mortale del mare lo avviluppa e lo conduce privo di vita proprio sulla spiaggia di Viareggio. Ed è sempre li che il suo corpo viene consegnato alle fiamme in una cerimonia dal sapore pagano che lega Shelley a questo lembo di terra.
In tanti sono stati ispirati dalla sua poesia, dal suo stile di vita, dalla sua tragica fine e questo recital è l’occasione per scoprire Shelley attraverso gli occhi di altri artisti.
La Villa Paolina si presta ad essere la cornice ideale per ricordarlo.
Paolina Bonaparte, amante delle poesie di Shelley, arriva a Viareggio proprio nel 1822, l’anno della morte del poeta, e decide di costruire questo palazzo vicino al punto in cui fu ritrovato il suo corpo.
Al suo seguito arrivò anche il musicista catanese Giovanni Pacini ed è per questo che gli è stato ritagliato un posto nel programma con un’aria da “Il convitato di Pietra” che vide la sua prima esecuzione proprio nel teatrino di casa Belluomini.
Sul palco si esibiscono vari artisti tra cui anche i giovani artisti dell’Accademia di canto del Festival Puccini.
La serata viene introdotta in modo vivace ed esaustivo da Daniele Maffei, coordinata ottimamente da dietro le quinte dal Direttore di scena M° Christian Giorgio.
Al pianoforte si alternano ben tre diversi Maestri, due dei quali intervengono anche come voce narrante: Silvia Gasperini, Francesco Barbagelata e Marco D’Ottavio.
Si comincia con “Two miniatures” composte da Jhon Gerrard Williams per pianoforte, e che traggono ispirazione dalle poesie dello scrittore: Down e The isle. Sul palco si alterna nel doppio ruolo di voce narrante e pianista Marco D’Ottavio.
Segue la prima esecuzione assoluta del brano “A Percy B. Shelley”, della compositrice Giuliana Spalletti per soprano e pianoforte su testo della giornalista e critica musicale Lisa Dominici che è anche la promotrice dell’evento.
Dopo aver colpito la fantasia di tanti musicisti del passato Shelley riesce ancora ad alimentare l’estro degli artisti di oggi.
Il brano prende spunto dal naufragio e ne fa poesia immaginando Shelley che vede inabissarsi la sua imbarcazione in balia di onde spaventose.
Capisce che la morte sta giungendo, da l’addio alla vita ma ritenendosi, Shelley stesso, un elemento della natura la lirica si conclude con l’accettazione del fato, con un abbraccio stretto e potente della terra e del mare da cui il poeta si lascia sedurre fino all’ultimo respiro.
A cantare questa lirica piena di fascino è il soprano Francesca Paoletti che si esibisce anche nel brano di Eleonor Freer “I fear thy kisses gentle maiden” dedicato a Lucien Muratore, famoso tenore e marito di quella che allora era considerata la donna più bella del mondo, Lina Cavalieri.
La Paoletti ha una voce importante e ben impostata con un notevole registro acuto. E’ accompagnata al piano in entrambi i brani da Marco D’Ottavio.
Altro interprete d’eccezione è il basso Alessandro Ceccarini che interpreta il brano “A Dirge” di F. S. Kelly accompagnato al piano da Silvia Gasperini.
Durante il corso del concerto esegue anche “In Moonlight” di E. Elgar accompagnato al piano da Francesco Barbagelata e conclude lo spettacolo con l’aria “Di tutte le sue belle” tratta da Il convitato di pietra di Pacini dove padroneggia la tessitura, interpreta il personaggio in modo brillante e risolve con perizia le agilità .
Dimostra un perfetto controllo dei suoi mezzi vocali, un bel timbro caldo e profondo con un’interpretazione convincente e la capacità di far suoi tanto i ruoli drammatici quanto quelli comici.
E la bella prova nell’aria del convitato di pietra è la prova di chi ha già in gola i grandi ruoli da buffo.
Straordinarie poi le due ballate di Schumann una delle quali è ispirata alla poesia di Shelley “The fuggitive” e tradotta in tedesco da Julius Seybt. Le ballate sono in tedesco per voce recitata.
La parola si interseca tra le note del pianoforte con un ritmo e un dialogo serrato e intimo come solo un musicista dei migliori può eseguire. La voce recitante è quella incredibilmente espressiva, ricca di colori e con una dizione perfetta, di Silvia Gasperini accompagnata al piano da Francesco Barbagelata.
Infine come fuori programma si sono inseriti i due giovanissimi e promettenti artisti della Fundaciòn Incanto – Istituto Nicaraguense del Canto che sin dalla sua fondazione dialoga artisticamente con l’Accademia di alto perfezionamento del Festival Puccini di Torre del Lago.
Il baritono Jordy Mora e il soprano Karime Valdez deliziano il pubblico con il celebre duetto “Là ci darem la mano” dal “Don Giovanni” di Mozart.
Si conclude così una serata davvero interessante, ricca di riferimenti storici, umani e musicali.
Un viaggio misterioso e affascinante nel ricordo di Percy B. Shelley.
di Loredana Atzei
Gli esecutori del concerto
Da destra: Lisa Domenici, Alessandro Ceccarini, Francesca Paoletti, Maria Pia Gavioli (Amici del Festival Puccini) e il M° Massimo Iannone (vocal coach della Accademia di alto perfozionamento del Festival Puccini)